Nella Sila Greca, oltre ad Acri, vi consigliamo di visitare anche i centri di Bocchigliero e Longobucco, l’abbazia della Sambucina nel comune di Luzzi e il santuario del Patiron vicino Rossano.
Partendo da Acri e percorrendo la strada provinciale per la Sila, si arriva, dopo 25 chilometri, al bivio con la statale n. 177 nei pressi del bosco Gallopane.
Da questo bivio, percorrendo la statale 177 verso il mare Ionio si giunge a Longobucco dopo 23 chilometri.
Se invece, si percorre la 177 verso l’interno ovvero verso il lago Cecita, si arriva, dopo cinque chilometri al bivio con la statale 282. Proseguendo su questa strada per 28 chilometri si giunge a Bocchigliero passando per la Fossiata e per altre località incontaminate e suggestive della Sila Greca.
LONGOBUCCO
Longobucco si trova in provincia di Cosenza a metri 784 slm. Si raggiunge da Camigliatello Silano percorrendo la statale 177 per una mezzora. La sua grande estensione territoriale, circa 22 mila ettari, ne fa uno dei più grandi comuni d’Italia. Longobucco ha tre frazioni (Ortiano, Destro e Manco) e tre contrade poste sull’altopiano Silano delle quali Cava di Melis è la più conosciuta.
Secondo alcuni, Longobucco fu un’antica colonia della Magna Grecia ma la sua storia documentata inizia nel XI secolo con l’arrivo dei normanni e, il campanile della chiesa Matrice, ne è una testimonianza.
Nei secoli successivi, sotto le dominazioni degli Angioini e Svevi prima e degli Aragonesi poi, divenne uno dei centri più importanti della Calabria citra grazie allo sfruttamento delle sue miniere argentiere ed aurifere. Parallelamente si sviluppò l’arte orafa e fiorì anche la cultura: nel centro vissero letterari famosi quali Tommaso Bartoli e Francesco Maria Labonia.
Poi, iniziò il declino. Verso la fine del XVII secolo, l’importazione di oro dal Nuovo Mondo e la difficoltà di trovare ricchi filoni auriferi, misero in crisi le attività minerarie. Il crollo totale vi fu nel XVIII secolo in coincidenza con uno spaventoso terremoto che fece crollare le miniere. Nel secolo successivo, Longobucco, ebbe un importante ruolo nelle vicende del brigantaggio.
Uno dei motivi principali per visitare la cittadina di Longobucco è quello della presenza di numerose chiese. Di seguito andiamo ad illustrare le più importanti.
La chiesa più importante di Longobucco è certamente quella Matrice. Accanto alla chiesa vi è una particolare torre campanaria in stile normanno realizzata completamente con blocchi di tufo. Inizialmente aveva una funzione difensiva poi, verso il 1700, è stata riconvertita in campanile.
All’interno della Chiesa Matrice è possibile ammirare molte opere di notevole pregio artistico tra cui: una preziosa icona lignea, denominata “Madonnina dei Carbonai, raffigurante una Madonna nera che porta in braccio il bambino Gesù; alcune opere, in pietra lavica e marmo, eseguite da scalpellini di Rogliano; le pile acquasantiere in pietra verde di Calabria; la fonte battesimale poggiata su tre leoni, di stile romanico-normanna. L’altare maggiore è di stile barocco napoletano, in marmi policromi, con balaustra a colonne in blocchi di pietra nera. I due affreschi principali “l’Adorazione dei Magi” e la “Natività” e la tela raffigurante la Madonna del Carmine sono firmate da Cristoforo Santanna. Oltre ai capolavori del Santanna vi è una tela realizzata dal pittore Francesco Bruno raffigurante San Pietro e San Paolo (1528).
La chiesa S.Maria Maddalena è in stile barocco. Possiede due navate e la principale è finemente decorata con bellissime opere. Tra le opere presenti in questa chiesa, ricordiamo i quadretti del redentore dell’artista Francesco Spina (seconda metà del XVIII sec.) e sempre di Spina la tela dell’Annunciazione sull’altare maggiore.
Veniamo alla chiesa di S. Domenico. L’altare risale al XVIII secolo ed è magnificamente realizzato secondo una struttura particolare con cornici e cimase ottimamente decorate. Un’altra opera originale è il crocifisso del 1500. Nella chiesa è posta la statua del Santo protettore del 1700.
Nella splendida chiesa dedicata al S. Angelo Custode è possibile ammirare un originale soffitto realizzato in legno e dipinto in maniera particolare. Tre bellissime statue rappresentano la madonna del Carmine, la Beata Vergine Addolorata (opera in legno del 1757) e il Cristo morto.
L’artigianato tessile è uno dei settori economici più importanti di Longobucco. Se un tempo, le coperte servivano per difendersi dai lunghi e rigidi inverni silani, oggi questi prodotti insieme ad altri costituiscono un’importante risorsa per l’economia locale. Quello di Longobucco è un artigianato tessile basato in gran parte sull’uso del telaio verticale con cui si realizzano, a mano, coperte in lana e seta naturale, arazzi, tovaglie, tappeti. Questi prodotti, conosciuti in tutto il mondo anche grazie all’esposizione in numerose fiere del settore tessile in Italia e all’estero, sono impreziositi con bellissimi disegni (“nziambri”) di origine antichissima che raffigurano paesaggi, composizioni floreali, figure astratte.
BOCCHIGLIERO
Bocchigliero che ha circa 2000 abitanti si trova in provincia di Cosenza a 880 metri slm. Dista 80 km dal capoluogo e 20 km dalla Fossiata. Si estende sulla dorsale di una montagna che degrada verso il mar Ionio distante solo una trentina di chilometri dal paese. Un esempio tipico della peculiare bellezza della Calabria, arroccata sulla montagna, affacciata sul mare. Il territorio comunale, molto vasto (circa 10.000 ettari), è di particolare pregio naturalistico e comprende molte zone suggestive della Sila Greca.
Il nome Bocchigliero deriva, secondo alcuni, da Bottigliere città dei costruttori di botti. Secondo altri da BouKoleros che significa allevatori di buoi. La origini della cittadina sono incerte. Alcuni sostengono che sia stata fondata dagli Enotri ma probabilmente sorse, durante la seconda guerra punica, come colonia romana sulle rovine di una cittadella fortificata dei Bruzi.
Quella di Bocchigliero è la storia di un feudo che fino all’unità d’Italia passò di mano in mano. Negli anni successivi all’unità d’Italia, il suo territorio, come del resto l’intera Sila, fu teatro delle vicende del brigantaggio. Nel 1870 vi sorse una setta religiosa, detta dei Santi di Bocchigliero che fu perseguitata e dispersa dalle autorità poiché gli aderenti erano dediti a pratiche erotomani.
Bocchigliero, come quasi tutti i paesi interni del sud, conosce la piaga dell’emigrazione di massa per motivi di lavoro. Nei primi anni del ‘900 ci fu un esodo intercontinentale verso le Americhe, poi, dagli anni ’60, verso il Nord d’Europa e d’Italia. Tutto ciò ha determinato lo spopolamento del paese che è passato dagli oltre 4000 abitanti del 1960 fino ai circa duemila di oggi.
Veniamo ora ai luoghi di culto, motivo principale della visita turistica a Bocchigliero. Di seguito sono descritte le tre chiese principali.
La “Chiesa Madre” di Santa Maria dell’Assunta è situata in piazza del Popolo. I lavori per la sua costruzione terminarono nel 1596. Formata da tre navate delimitate da 14 pilastri quadrati in pietra intagliata che sostengono 12 arcate a sesto semicircolare di altezza tale da conferire un carattere di snellezza a tutta la struttura. Fra le due navate laterali si possono osservare una serie di celle sotterranee sostenute da solide volte. All’interno della chiesa sono conservati alcuni antichi dipinti: “La Vergine Assunta” L’Annunciazione” e “La Madonna del Carmelo”. Interessante è il Campanile perlato costruito intorno al 1400.
Il Santuario Della Madonna De Jesu è una chiesa risalente al 1400. Quando fu approvata, da Papa Sisto V nel 1587 e da Filippo II Re di Spagna e delle due Sicilie nel 1588, la costruzione del Convento attiguo alla chiesa, questa già esisteva. Il Convento già nel 1610 accoglieva tra le sue mura una dozzina di frati. Ebbe tra i suoi membri Fra Benedetto da Rossano. Nell’archivio parrocchiale si conserva un suo manoscritto del 1615 contenente notizie sulle origini di Bocchigliero e sul culto dell’effigie di Santa Maria di Gesù. Questa chiesa è stata eretta a Santuario diocesano il 19 dicembre 1954. Tra le tele conservate all’interno vi è “La Deposizione” che si fa risalire a Luca Giordano.
La Chiesa di San Rocco fu costruita dopo che la peste del 1723, diffusasi in Calabria, giunse a colpire anche il paese silano. La facciata presenta un portale in pietra con piedritti su cui si imposta l’arco a tutto sesto, il tutto incorniciato in un rettangolo di pietra. Ogni anno, nei giorni 19, 20 e 21 agosto, si organizzano, in onore del Santo, straordinari festeggiamenti che richiamano migliaia di pellegrini, provenienti da ogni parte, per partecipare all’imponente processione che si conclude con una suggestiva fiaccolata.
Come San Giovanni in Fiore e Longobucco anche Bocchigliero ha una grande tradizione artigiana tessile. Un tempo in ogni casa esisteva un telaio e le giovanissime ragazze, prima del matrimonio, si dedicavano al ricamo del corredo che di solito rappresentava la propria dote. Dalle mani pazienti delle tessitrici uscivano splendide coperte, bellissimi arazzi, incantevoli tappeti. Oggi sono poche le persone che si dedicano a quelle attività e le loro tessiture, vere opere di grande spessore artistico, sono vendute nei centri di distribuzione dei prodotti artigiani del circondario.
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