Edoardo Galli: l’impegno di Michele Bianchi per l’Abbazia Florense

Il brano che, di seguito, riportiamo, tratto dal libro “Le Reliquie dell’Archicenobio Florense” di Edoardo Galli illustra l’impegno politico di Michele Bianchi e quello scientifico delo stesso Galli per il recupero e il restauro del patrimonio culturale rappresentato dai luoghi religiosi legati alla figura di Gioacchino da Fiore e al Gioachimismo. Dal contenuto del testo si evince la volontà decisa del Quadrunviro calabrese di rivalutare, a cominciare dall’Abbazia Forense, tutti i “Luoghi di Gioacchino” affidandoli alla competenza indiscussa di Edoardo Galli che, per il gioco del destino, fu suo compagno di scuola.

Queste note sono dedicate allo spirito di Michele Bianchi, il quale da quando eravamo insieme alla scuola di Nicola Misasi in Cosenza, all’alba del nostro secolo, sentiva il complesso fascino della Sila, che si ridestò e applicò poi in direttive provvide e durevoli nel momento più favorevole della sua ascesa politica, ma pur troppo alla vigilia della sua precoce dipartita!
I risultati dei lavori che ora espongo, risalgono a Lui, poiché nulla si sarebbe potuto intraprendere di organico nella vecchia Abbazia Gioachimita di San Giovanni in Fiore, se Egli non avesse ottenuti sul bilancio dello Stato i cospicui fondi che vi furono spesi tra il 1928 ed il 1931, oltre ad un notevole contributo del Comune. Fu nell’autunno del 1927, dopo appena due anni della costituzione della Soprintendenza unificata per il Bruzio e la Lucania, che esposi al compianto Amico il piano delle indagini e dei restauri da compiere nelle fabbriche monastiche di S. Giovanni in Fiore nella Sila, come primo tema di un ciclo di investigazioni scientifiche e di provvidenze conservative, che mi proponevo di estendere gradatamente ad altre distrutte Abbazie legate alla vita e alla dottrina di Gioacchino: il Mercourion sul Pollino, Corazzo, la Sambucina, S. Maria di Pietralata, dove il Profeta morì.

 Pagine correlate