Bernardo Spadafora risponde ad Assopec

Di seguito riportiamo i testi completi delle risposte, nel convegno organizzato da Assopec, di Bernardo Spadafora, candidato a sindaco nelle elezioni comunali di San Giovanni in Fiore per “Un Patto per la Città”.

Domande ASSOPEC

1. RUOLI, RAPPORTI COLLABORATIVI E ASPETTATIVE TRA AMMINISTRAZIONE COMUNALE E ASSOCIAZIONE
Se l’Amministrazione Comunale deve svolgere quel ruolo sempre più richiestole di essere cioè uno strumento promozionale di sviluppo ne consegue che deve necessariamente procedere avviando una stretta collaborazione con il mondo imprenditoriale locale e quindi con le diverse associazioni di categoria e di conseguenza con ASSOPEC e ciò in quanto sono appunto gli imprenditori ad un tempo i veri protagonisti e i beneficiari della sviluppo.
Non a caso nel programma dei primi 100 giorni della prossima Giunta Comunale prevediamo degli incontri con le associazioni di categoria (Agricoltori, allevatori, forestali, Coldiretti, gestori di attvità turistico-alberghiere, commercianti, artigiani ecc..) allo scopo di prendere conoscenza di eventuali specifici problemi ostacolanti l’esito economico delle imprese, recepire le istanze ed insieme individuare le cause ostacolanti lo sviluppo dei singoli settori d’impresa e prospettare soluzioni progettuali.
In questo contesto un ruolo determinante può e deve essere giocato dalla stessa ASSOPEC in merito alla diffusione ed agli iter procedurali e burocratici connessi per attingere alle risorse finanziarie disponibili per la realizzazione di specifici progetti di sviluppo produttivo, come meglio sarà chiarito nel corso della successiva specifica 3a domanda a proposito del sistema informativo territoriale.
– L’Amministrazione Comunale, da parte sua, può assumersi il ruolo di veicolare i progetti facilitandone il farraginoso e lungo iter burocratico mettendo a punto con l’Ente Parco Nazionale della Sila e con gli Assessorati Regionali competenti una procedura ispirata alla priorità accordata ai Comuni e Province il cui territorio ricade parzialmente o totalmente nel perimetro dei Parchi, nella concessione di finanziamenti statali e regionali per la realizzazione, sul territorio compreso nei confini dei Parchi stessi, di tutto un insieme di opere come il restauro di centri storici, il recupero di nuclei abitativi, lo sviluppo delle attività agricole, forestali e zootecniche, l’agriturismo e quant’altro.
Si tratta di un argomento non meglio approfondito e del quale non esistono precedenti, un argomento comunque del quale il Sindaco della prossima Amministrazione Comunale si deve fare carico per chiarirlo in sede della Comunità del Parco della quale fa parte.

2. SITUAZIONE ECONOMICA AMMINISTRATIVA:BILANCIO E IDEE DI RISANAMENTO, CON QUALI SISTEMI?
Sappiamo tutti che la nostra situazione di bilancio, conseguente alle scellerate e poco oculate amministrazioni precedenti, è drammatica. Malgrado questa premessa, noi, diciamo un no assoluto all’introduzione di nuove tasse o all’aumento di quelle esistenti. La via prioritaria al risanamento e quella del controllo della spesa. Fermare l’incremento della spesa e mirare al risparmio soprattutto dove è possibile senza tagliare sui servizi fondamentali ai cittadini. E’ noto, in termini di servizi, i sangiovannesi, danno molto e ricevono molto poco. Sono proprio curioso di mettere le mani sulla contabilità comunale per vedere come sono gestiti i nostri soldi! E’ possibile, ad esempio, ottimizzare l’utilizzo del patrimonio immobiliare del comune per ridurre le spese di affitto che storicamente hanno gravato in modo significativo sul bilancio comunale. Vanno studiate pure le possibilità di sfruttamento economico delle nostre risorse naturali magari attraverso convenzioni con privati o creando società miste (pubblico-private) salvaguardando comunque e sempre l’integrità delle stesse risorse.

3. SISTEMA INFORMATIVO TERRITORIALE (S.I.T.) DI SAN GIOVANNI IN FIORE: PIANO STRUTTURALE COMUNALE (PSC) E ALTRI PIANI COLLEGATI
Siamo a conoscenza che sin dal febbraio 2009, quindi durante la gestione Amministrativa guidata dal Sindaco Nicoletti, si è provveduto ad attivare un sito istituzionale online del Comune di San Giovanni in Fiore nell’ottica di una comunicazione immediata ed efficace tra l’Amministrazione e i cittadini mediante un accesso rapido alle informazioni ed ai servizi comunali.
Attraverso questo sito è possibile, in teoria, potere:
· Accedere ai servizi di Autocertificazione, Consultazione dati contributivi, Servizi tributari, Visure camerali, Visure catastali, Calcolo ICI e Tarsu,
· Visualizzare bandi, concorsi e atti in uscita presso l’Albo pretorio;
· Consultare e scaricare la modulistica relativa ai diversi uffici;
· Comunicare e interagire, in maniera semplice ed immediata, con gli amministratori e gli uffici comunali;
· Conoscere gli eventi e gli appuntamenti in programma sul nostro territorio e accedere alle informazioni turistiche
Inoltre per potere consultare specifiche mappe gli utenti possono fruire dell’accesso libero per consultare:
· Carta tecnica comunale
· Toponomastica
· Carta turistica
· Numerazione civica
· Piano Strutturale Comunale
· Ortofotopiano digitale
· Modello Digitale del Terreno (DEM)
· Catasto mappale e alfanumerico.
Con accesso riservato a dipendenti dell’Amministrazione. ed a professionisti autenticati è possibile consultare quindi anche il Catasto e definire la stampa del Certificato di Destinazione Urbanistica.
Dalle informazioni di cui siamo in possesso ci risulta che il sistema informativo messo in piedi dovrebbe in linea di massima funzionare, almeno per quanto riguarda l’accesso da parte degli stessi dipendenti comunali e di quei cittadini in possesso di un computer ed in grado di potere “navigare”. Il problema è per tutti gli altri cittadini sprovvisti del mezzo informatico e quindi costretti a recarsi direttamente agli sportelli comunali per attingere le notizie di cui hanno bisogno: sono gli ovvi limiti della reale fruizione di tecnologie avanzate.
Poiché si tratta dell’informazione io vorrei invece approfittare per attirare l’attenzione dei colleghi candidati Sindaci – almeno per il momento credo ci possiamo considerare colleghi – sul problema relativo alla informazione del Programma di Sviluppo Rurale, il cosiddetto PSR, quello che di fatto più immediatamente interessa lo sviluppo del nostro territorio, se è vero come è vero, che tale sviluppo è essenzialmente basato sullo sviluppo delle attività agrosilvopastorali, sul quale ci troviamo credo tutti d’accordo.
Il PSR della Calabria affinché possa raggiungere gli obiettivi previsti non può prescindere da una corretta e ampia attività di informazione e pubblicità.
Essa potrà avvalersi – almeno così si legge – eventualmente di strutture esterne selezionate attraverso apposita gara(??)
Il Programma vede il coinvolgimento a vari livelli di diversi soggetti centrali e locali. Questi ultimi dovrebbero fungere da collegamento tra la struttura centrale di indirizzo e controllo e il territorio in tutte le sue componenti.
Data la specificità del PSR le attività di informazione e pubblicità vengono programmate a diversi livelli.
Un primo livello è realizzato direttamente dall’Autorità di gestione (con sede a Catanzaro) e riguarderà l’attività di comunicazione del Programma in generale. Un secondo livello di comunicazione dovrebbe essere prodotto e gestito dalle singole aree e avrà come obiettivo quello di informare e pubblicizzare il PSL e le relative modalità attuative.
Le azioni informative e pubblicitarie riguardano, nello specifico, gli interventi strutturali del Fondo Europeo Agricolo di Sviluppo Rurale (FEASR) e si riferiscono al PSR, ai bandi e inviti per la presentazione di progetti.
Dove “casca l’asino” – diciamo così – è proprio su questo ultimo punto a proposito dei bandi e degli inviti per la presentazione di progetti. Mi risulta, per esempio, che alcuni bandi per accedere alle misure relative ai miglioramenti fondiari o a quelle relative alla riqualificazione delle aree boschive (che potevano interessare la riqualificazione di alcuni boschi di proprietà del Comune) sono già scaduti e bisognerà attendere il prossimo anno per una non certa riapertura, e tutto ciò senza che i potenziali fruitori ne venissero informati!!!
A nulla ha valso sotto questo profilo l’opportuna apertura, con un modesto contributo del Comune, di uno specifico sportello presso la sede dell’ASSOPEC: le informazioni circa i bandi per la presentazione dei progetti avrebbero dovuto essere preventivate a tempo debito per dare la possibilità agli eventuali fruitori di predisporre a tempo i progetti ed a tempo presentarli, e comunque avrebbero dovuto arrivare direttamente a conoscenza dei beneficiari. Certo non è realizzabile un “porta a porta” ma forse qualcosa in più avrebbe potuto essere fatto.

4. STRUMENTI PROGETTUALI DI CONTRASTO AL LAVORO PRECARIO
Parafrasando la domanda, equivale a dire: come creare nuovi posti di lavoro continuativo?
A mio avviso non ci sono altre alternative che promuovere progetti produttivi sia a livello privato che pubblico.
A livello privato si tratterà essenzialmente di progetti di sviluppo rurale che possano anzitutto fruire degli incentivi contributivi e creditizi messi a disposizione dal Programma di Sviluppo Rurale (PSV) con tutte le riserve espresse circa la diffusione delle informazioni in merito ai bandi di cui alla 3a domanda.
Nella specifico si tratterà di quell’insieme di interventi più conosciuti come “di miglioramento fondiario agrario” che siano in grado di riconvertire le tradizionali medie e piccole aziende silane ancora ancorate a sistemi colturali estensivi basati essenzialmente sul tradizionale avvicendamento patate/cereali.
Nel corso del Convegno tenuto lo scorso mese di novembre al Polifunzionale sul tema “Parco Nazionale della Sila ed Attività Agrosilvopastorali” è emerso che l’agricoltura silana per reinserirsi in un circuito economicamente produttivo che tenga conto delle mutate condizioni socioeconomiche e di mercato non può che essere anzitutto: “diversificata”, “integrata”, “ecocompatibile ed “ecosostenibile”, “semintensiva”.

Ci chiediamo: è possibile realizzare in Sila aziende di questo tipo? Certamente sì! Come dimostra l’azienda dei fratelli Arcuri in località Serrisi (Giuseppe è candidato nella nostra lista “Un Patto per la Città”) che con spirito d’avanguardia non solo hanno mantenuto indiviso il podere ereditato dal genitore assegnatario poderista dell’O.V.S., ma ne hanno ampliando la base aziendale prendendo in affitto altri terreni, praticano l’agricoltura biologica della fragola, integrano l’agricoltura con l’allevamento di maiali da ristallo e pollame, producono patate pregiate e frumento in cultura semiintensiva.

A livello pubblico è certamente ben più difficile realizzare progetti produttivi nell’ottica di creare nuovi posti di lavoro.
Fermo restando comunque il miglioramento ed il rafforzamento di alcuni servizi pubblici che possano creare le condizioni per un maggiore impiego di manodopera, qualche possibilità ancora sussiste circa la riqualificazione di alcune aree boschive di proprietà comunale che può trovare un supporto finanziario e creditizio facendo appello ad alcune misure specifiche previste da PSR regionale.
Si tratta di dare corso ad un’idea di progetto identificata dal compianto Vincenzo Morrone, attento silvicoltore della nostra comunità, relativa appunto alla riqualificazione di alcune aree boscate, di superfici accorpate di proprietà del Comune, circa 400 ha, escluse quelle ricadenti nella zona A del Parco Nazionale, altri circa 300 ha, attingendo ai finanziamenti del PSR previsti nelle misure 122, 123, 226, 227, nonché a quelle previste per incentivare lo sviluppo turistico in quanto il progetto può anche prevedere la realizzazione di una sentieristica per mountain bike e trekking così come il Sentiero Volpintesta, all’interno del territorio del nostro Comune, realizzato dall’Associazione “MTB Gran Bosco d’Italia” in collaborazione con il Parco Nazionale della Sila e con il CAI: un esempio di come possono essere valorizzati e fruibili alcune aree del territorio comunale, come quelle boscate di proprietà dello stesso Comune.

5. PIANO DI SVILUPPO COMMERCIALE COMUNALE
A San Giovanni in Fiore, ormai non possiamo contare più sulla molla economica rappresentata dall’edilizia. Ci sono case per un numero di abitanti quattro volte e più quelli del nostro comune. A questo punto, è ovvio, che il commercio e il turismo non possono che essere i settori portanti della nostra economia locale. In questa occasione parleremo dello sviluppo commerciale della città ma abbiamo idee chiare, come si evince dal nostro programma, anche per l’incentivazione del settore turistico e quello agricolo. C’è da dire che in oltre 50 anni di amministrazione di sinistra, il commercio a San Giovanni in Fiore è stato vittima di un ostracismo ideologico che ne ha ridotto drasticamente le potenzialità. Il crimine più grande è stata la mancata adesione alla provincia di Crotone, malgrado i risultati positivi di un referendum, vi ricordo che abbiamo ottenuto quasi l’80% di voti favorevoli all’adesione, di cui il sottoscritto è stato uno dei maggiori promotori. E’ banale, ma serve ricordarlo, che il nostro circondario ha, anche se negli ultimi anni si è ridimensionato, un ruolo chiave nel successo delle nostre imprese commerciali. Perchè signori, lasciatemi esprimere terra terra, non ci sono formule magiche, il commercio si sviluppa se ci sono utenti, se c’è qualcuno che acquista! I nostri acquirenti, parlo come piccolo commerciante quale sono, dobbiamo andarceli a trovare. Dobbiamo cercarli, innanzi tutto, nel circondario poi tra i nostri emigrati legati ai nostri luoghi e ai nostri usi e costumi, dobbiamo cercarli tra i potenziali fruitori delle nostre immense risorse naturali, quindi il turismo, dobbiamo cercarli usando le nuove tecnologie: la distribuzione sulla rete internet. In tutto questo, l’amministrazione sia locale che regionale, deve avere un ruolo centrale di stimolo, di incentivazione, di indirizzamento. Fino adesso siamo stati solo ostacolati!
Vorrei spendere alcune parole anche su un mio vecchio progetto infranto sugli scogli duri eretti da amministrazioni poco ricettive e ideologizzate. Ho sempre proposto di progettare l’avvio nel comune di un mercato ortofrutticolo. Avrebbe ricadute notevoli sui settori turistico, agricolo e commerciale. Richiamerebbe turisti dai luoghi di villeggiatura più vicini come Lorica, Camigliatello e Villaggio Palumbo. Sarebbe lo sbocco naturale per tutti i prodotti agricoli, artigianali e gli stessi funghi raccolti nella nostra zona e in quelle limitrofe. Avrebbe importanti ricadute occupazionali. ovviamente si dovrebbero salvaguardare i legittimi interessi delle imprese preesistenti prevedendo un loro accesso prioritario. Ma, soprattutto, sarebbe un servizio commerciale straordinario per tutti i cittadini sangiovannesi e quelli dei paesi vicini.
Per quanto ciò detto, il settore terziario e in particolare il commercio, non può prescindere da quello che è il suo strumento principe, appunto il piano di sviluppo commerciale comunale conforme al dettato della legge regionale n. 17 del 1999. Un piano che regolarizzerebbe, normalizzerebbe e sarebbe come linfa vitale del settore commercio. Uno strumento da troppo tempo mortificato, depotenziato, boicottato, reso inerme dall’ottusità di una classe politica incapace di produrre sviluppo.

6. DECORO URBANO E REGOLAMENTAZIONI INERENTI IL COMMERCIO SU AREE FISSE E/O PUBBLICHE
Per una città a vocazione turistica come la nostra quello del decoro urbano non è solo un’esigenza intima di ogni cittadino che aspira a vivere in un luogo pulito ed ordinato ma la necessità di accogliere l’ospite che viene da fuori o l’emigrato che ritorna alle sue origini nel modo più opportuno. San Giovanni in fiore è una città ricca di storia, le sue vie e le sue piazze, soprattutto quelle del centro storico, rispecchiano i fasti del suo passato. I confini del tessuto urbano si fondono con una natura vergine e incontaminata. I cittadini sono i primi fruitori di questa bellezza ed è giusto che vengano responsabilizzati nel mantenerla. E’ importante che anche l’amministrazione faccia la sua parte e non solo comminando sanzioni a coloro che non rispettano le regole del vivere civile. L’amministrazione può dare l’esempio curando le facciate degli edifici, in particolare quelli storici, di sua competenza, può intervenire con sistematicità sulle buche stradali, problema irrisolto da sempre, può concedere sgravi fiscali e/o contributi a coloro che ristrutturano le facciate delle loro abitazioni nel centro storico. La lotta alle discariche abusive deve essere implacabile!
Per commercio su area pubblica, si intende, l’attività di vendita di merci al dettaglio e la somministrazione di alimenti e bevande effettuata sulle aree pubbliche. Quindi, a questo riguardo, la nuova amministrazione e soprattutto il nuovo sindaco, devono avere il coraggio civile e politico di fermare ogni tipo di abuso, di porre rimedio con forza alle forme di commercio selvaggio e irregolare che utilizzano in modo improprio le aree pubbliche che devono essere assicurate alla fruizione di tutti i soggetti interessati, il modo legale e paritario.

7. SFRUTTAMENTO SOSTENIBILE DEL PATRIMONIO COMUNALE, SIA IMMOBILIARE CHE TERRITORIALE
Più che di sfruttamento sostenibile parlerei piuttosto di utilizzazione sostenibile.
Ciò premesso, circa il patrimonio comunale immobiliare posso dire ben poco in quanto non sono al corrente della sua reale attuale consistenza ed ubicazione salvo l’ex palazzo De Marco attualmente adibito a Biblioteca Comunale e l’ex palazzo Romei in Piazza Abate Gioacchino che ospiterà altri servizi comunali, ed infine un capannone in periferia del paese che potrebbe più opportunamente essere destinato alla creazione di un mercato ortofrutticolo da dare in gestione ad una associazione informale di agricoltori, dando loro la possibilità di vendere direttamente i loro prodotti senza l’intervento di intermediari e quindi contenendo i prezzi a beneficio dei consumatori.
Qualcosa posso invece dire per quegli immobili di servizi realizzati nei 5 villaggi dell’O.V.S., attualmente ARSSA, e passati in proprietà del Comune. Una volta ripresone il possesso, tali strutture potrebbero essere più opportunamente utilizzabili in maniera produttiva per migliorare la ricettività turistica. Sarebbe questa, certamente, una utilizzazione sostenibile che avrebbe un triplice vantaggio: in primo luogo quello di una valorizzazione produttiva di immobili al momento disusi e che rischiano sempre più di deteriorarsi; in secondo luogo di migliorare la ricettività della Sila per un flusso turistico giovanile sempre più alla ricerca di luoghi genuini, ricchi di risorse paesaggistiche tutte da scoprire, ancora non contaminati da iniziative ed interventi di pericolosa modernizzazione; infine creare una piccola fonte di guadagno integrativo per le famiglie degli ex poderisti incoraggiate a frequentare i villaggi almeno durante il periodo estivo.
Circa poi l’utilizzazione del patrimonio territoriale di proprietà del Comune, che si identifica sostanzialmente con delle superfici prevalentemente boscate di una estensione di circa 700 ha, dei quali circa 300 vincolati in quanto ricadenti nella zona A del Parco Nazionale della Sila, quella di rilevante interesse naturalistico, per quanto riguarda l’utilizzazione sostenibile dei rimanenti 400 ha circa, vale quanto detto a proposito di farne oggetto di uno specifico progetto di riqualificazione e valorizzazione secondo quanto a suo tempo suggerito dal compianto compaesano Vincenzo Morrone.

8. ELEMENTI PRIMARI PER PUNTARE AL CONCRETO SVILUPPO TURISTICO
L’inscindibile binomio Turismo e Ambiente presuppone lo sviluppo non già di un Turismo di tipo tradizionale, ma piuttosto di un “ecoturismo” che si identifica In “un modo di viaggiare responsabile in aree naturali, conservando l’ambiente in cui la comunità locale ospitante è direttamente coinvolta nel suo sviluppo e nella sua gestione, ed in cui la maggior parte dei benefici restano alla comunità stessa”come definito dall’Associazione Ecoturismo Italia, referente italiano della Società Internazionale dell’Ecoturismo
I risultati auspicabili di questo tipo di Turismo possono così essere riassunti:
– compatibilità ambientale e socio-culturale;
– apporto di benefici per i progetti di protezione dell’ambiente e per la popolazione locale
– accrescimento della consapevolezza ambientale e maggiore accettazione della conservazione della natura come uso del territorio proficuo e adeguato
Un ecoturismo dunque quale settore strategico e volano trainante dell’economia del territorio nel suo complesso, non solo quindi delle stesse attività primarie agrosilvopastorali ma anche di quelle ad esse connesse o da queste indotte.
A titolo di esempio delle opportunità che il territorio può offrire cito anche la possibile riqualificazione della ricettività turistica in Sila, mediante l’utilizzazione dei 5 villaggi O.V.S., destinandoli a case vacanze, e favorendo la ricettività diffusa come “bed and breakfast, i villaggi-albergo e gli agriturismo, così come dimostrano timide iniziative in tal senso già avviate nei villaggi Germano, Serrisi e Rovale, iniziative che andrebbero incoraggiate, sostenute e meglio incentivate.
I progetti per il finanziamento di questi tipi d’interventi possono trovare copertura di sostegno finanziario nelle misure 3.1.1. diversificazione delle attività dell’impresa agricola e 3.1.2. sostegno allo sviluppo delle micro imprese artigianali, commerciali e del turismo di cui al Programma di Sviluppo Rurale 2007 – 2013 (PSR) della Regione Calabria che gestisce uno dei Fondi Strutturali dell’Unione Europea, il cosiddetto Fondo europeo agricolo di sviluppo rurale (FEASR) che contribuisce alla promozione dello sviluppo rurale sostenibile nell´Unione.
Per sviluppare questo tipo di Turismo è necessario stabilire un rapporto di collaborazione non solo con l’Ente Parco Nazionale della Sila partecipando al Forum del Parco e aderendo per questo tramite alla Carte Europea del Turismo Sostenibile, ma anche con il “Parco Letterario Old Calabria – di Torre Camigliati capace di sensibilizzare e canalizzare un flusso turistico internazionale più disponibile a cogliere non solo gli aspetti paesaggistici ma anche culturali dei luoghi da visitare, e con la Lega Ambiente da sempre presente sul territorio con attività tese alla conservazione ed alla eco-fruizione delle risorse naturali e paesaggistiche.
Senza volere entrare nel merito della vicenda del realizzando Museo della Biodiversità, sarebbe quanto mai auspicabile trovare una soluzione, rivedendo eventualmente questo contratto: poterne disporre creerebbe certamente opportunità non solo culturali ma anche di attivare e canalizzare un tipo di turismo scolastico-educativo.

9. LEGGE NAZIONALE “CODICE DEI CONTRATTI PUBBLICI”
Per chi non lo sapesse, il “Codice dei Contratti Pubblici”, noto anche come Codice degli Appalti, è un decreto legislativo del 2006, successivamente modificato, che disciplina l’assegnazione di lavori, servizi e forniture pubbliche. La normativa è stata emanata, in attuazione di due direttive CE del 2004, per prevenire forme di corruzione e illeciti nella pubblica amministrazione che ovviamente, sono sempre legati alla discrezionalità degli amministratori. Il regolamento attuativo della normativa è stato approvato nella forma definitiva verso la fine del 2007.

La legge prevede che i concorrenti negli appalti pubblici devono dimostrare di possedere i requisiti di capacità economica e tecnica per far fronte agli impegni derivanti dall’eventuale assegnazione, con una serie di documentazioni.
Da parte loro, le amministrazioni, non devono pretendere requisiti eccessivi e sproporzionati rispetto all’oggetto dell’appalto. E’ quello che viene definito “Principio di Proporzionalità”. Questo sistema previene che gli appalti siano vinti esclusivamente da soggetti molto forti e in regioni come la nostra, dove la ‘ndrangheta’ detta legge, tale principio è molto importante!
Le amministrazioni devono indicare nei bandi i criteri di valutazione che non si riducono al semplice prezzo ma tengono conto di una serie fattori come la qualità, l’estetica, il pregio ecc ecc, ma soprattutto, per le nostre zone, l’impatto ambientale. E’ possibile richiedere un livello di qualità minimo.
Il Codice dei Contratti Pubblici, dispone l’effettuazione di controlli a campione in merito ai requisiti dichiarati dai concorrenti.
Siccome questo è un incontro politico e non un esame di diritto amministrativo, non voglio ulteriormente approfondire la normativa ma, ci tengo a precisare, che in caso di mia elezione, mi atterrò fedelmente a questa legge; non solo, ma pretenderò che si valuti l’impatto ambientale delle opere pubbliche vista la vocazione turistica del nostro territorio e mi adopererò per pubblicizzare al massimo, magari utilizzando dei siti web, tutte le operazioni di acquisto di beni e servizi.

10. SFRUTTAMENTO FONDI STRUTTURALI COMUNITA’ EUROPEA
I Fondi strutturali, come sappiamo, sono lo strumento finanziario della politica regionale dell’Unione Europea destinato a ridurre il divario dei livelli di sviluppo socio-economico tra le varie Regioni, promuovendo la crescita di quelle meno favorite, al fine di rafforzarne la coesione economica e sociale. I Fondi strutturali vengono riprogrammati ogni sette anni e approvati dalla Commissione Europea, e vengono erogati tramite la mediazione delle autorità nazionali, regionali o locali
La nuova programmazione per il 2007-2013) ridisegna la politica di coesione nel contesto dell’Europa allargata a 27 e si ispira agli orientamenti delineati dalla Strategia di Lisbona per la crescita, la competitività e l’occupazione.
La nuova programmazione 2007-2013 prevede una semplificazione rispetto al periodo precedente 2000-2006 in riferimento soprattutto alla struttura generale degli obiettivi e agli strumenti finanziari a disposizione. I fondi a disposizione sono 5: Fondo di coesione, Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), Fondo sociale europeo (FSE) che sostiene le politiche riguardanti la promozione e il miglioramento dell’occupazione, della qualità e della produttività del lavoro; Fondo europeo pesca (FEP) e il Fondo europeo agricolo di sviluppo rurale (FEASR) che contribuisce alla promozione dello sviluppo rurale sostenibile nell´Unione Europea. E’ quello che punta a migliorare la competitività dei settori agricolo e forestale, l’ambiente e la gestione dello spazio rurale nonché la qualità della vita e la diversificazione delle attività nelle zone rurali, e quindi, come tale, quello che interessa lo sviluppo del nostro territorio e gestito dal Programma regionale di Sviluppo Rurale – PSR 2007-2013
Obiettivi
L’azione dei Fondi strutturali nella nuova programmazione contribuisce al conseguimento di tre obiettivi:

1. l’obiettivo Convergenza (relativo a FESR, FSE e Fondo di coesione) intende favorire lo sviluppo delle Regioni meno avanzate
2. l’obiettivo Competitività regionale e occupazione (relativo a FESR e FSE) mira a rafforzare la competitività delle regioni nonché l’occupazione a livello regionale;

3. l’obiettivo Cooperazione territoriale europea (relativo al FESR) intende promuovere la cooperazione transfrontaliera mediante iniziative congiunte a livello locale e regionale.

Un’ulteriore novità della nuova programmazione 2007-2013 consiste nell’adozione, da parte della Commissione Europea,
di tre nuove iniziative di coesione, le cosiddette tre “J”:
* Jaspers (Joint Assistance to Support Projects in European Regions) promuove assistenza congiunta per sostenere progetti nelle regioni europee,
* Jeremie (Joint European Resources for Micro to Medium Enterprises) garantisce risorse congiunte europee per micro, piccole e medie imprese;
* Jessica (Joint European Support for Sustainable Investment in City Areas) offre supporto congiunto europeo per investimenti sostenibili nelle aree urbane.