Sviluppo Sila: “Guarda un po chi ti finanzio!”

Cos’è Sviluppo Sila e chi vuole che si sviluppi?

Sila Sviluppo è una società consortile a r. l. a prevalente maggioranza pubblica, la sua missione principale di partenza è stata quella di assolvere alle funzioni di coordinamento e di attuazione del Patto territoriale dell’Altopiano Silano

Quali sono i soci pubblici e privati (si fa per dire)?

Pubblici:
Comune di Acri
Comune di Aprigliano
Comune di Bianchi
Comune di Bocchigliero
Comune di Caloveto
Comune di Celico
Comune di Cropalati
Comune di Crosia
Comune di Figline Vegliaturo
Comune di Parenti
Comune di Pedace
Comune di Rovito
Comune di Casole Bruzio
Comune di Rose
Comune di S. Giovanni in F.
Comune di San Pietro in G.
Comune di Serra Pedace
Comune di Spezzano della Sila
Comune di Spezzano Piccolo
Comune di Trenta
Comunità Montana Sila Greca
Comunità Montana Silana
CCIAA
Lega calabrese Aut. Loc.
Sviluppo Italia Calabria

Privati (?)
CNA
Coldiretti
CIA
Confesercenti
Fed. Calab. B.C.C
Federforeste
Lega Reg.le Coop.
ABM Network Ent. S.p.a

E adesso vediamo un pò chi hanno finanziato. Cliccare qui: nuke.silasviluppo.com/LeImpresefinanziate/tabid/91/Default.aspx

Non vi sembra che qualche nome sia, diciamo, un pochetto ricorrente??
Mah!!

Ah, dimenticavo! Le cifre, se ho capito bene il codice crittografico usato, sono divise per milioni. Sicuramente per non impressionare noi morti di fame! Che sensibilità ragazzi!!!

Viaggio nella memoria

Come individui rappresentiamo persone viventi, possediamo un simbolo, un Io, che si condivide con il mondo esterno abitato da altre persone viventi. Non può esistere un Io senza un Noi, che non sia formato dall’avvertito senso di appartenenza nei molteplici Io, quindi non si può avere memoria privata al di fuori dei sistemi sociali che servono a ritrovare i ricordi personali.

Venuti al mondo senza volerlo, in circostanze per noi accidentali, la nostra vita ha assunto i contorni di necessità improrogabili, perchè a nascere nell’immediato dopoguerra a San Giovanni in Fiore, in una famiglia di poveri contadini, restringeva sempre inesorabilmente il cono delle possibilità di trovare uno sbocco alle misere condizioni di vita dei nostri avi, noi non potevamo sognarci la luna ; le nostre scelte erano estramamente limitate e con ciò avevamo un triste destino : emigrare. Quindi nell’arco di diverse generazioni, molti di noi uscimmo dalle nostre case e non ritornammo mai più, numeri senza nome in qualche irrantracciabile elenco.

Oggi si resta impotenti nei riguardi di ciò che è già stato e avvenuto, la nostra volontà assiste male allo spettacolo del passato, non riesce ad andare a ritroso per cambiarlo, non può infrangere il tempo che fu, che essa non possa camminare a ritroso per molti emigranti ciò che fu è un macigno che la volontà non riesce a smuovere .

Dove sono le persone, i luoghi , gli eventi , le antiche forme di convivenza che ci hanno accompagnato nel corso delle nostre esistenze? Come era il mondo che abbiamo attraversato, il paese in cui siamo nati? Molto spesso e con forti emozioni l’emigrante ritorna a ritroso del tempo che fu, ad un passato che si dipana attraverso percorsi personali della memoria, dai quali si ricava segni e simboli per riappropriarsi del nostro antico modo di vivere .

Personalmente ricordo il paese della mia infanzia diviso in rughe : i Cappuccini, la Difesa, la Costa, la Vianovasuttana, u Scigato, il Timpone , u Timpariellu, la Filippa, il Corso , i Catoia, la Piazza, il Monastero, u Cuschinu, l’Ariella etc. Tutte erano come contrastanti stati, con le proprie tradizioni, le proprie leggi, ognuna la sua fierezza, ciascuna la propria nobiltà, reciprocamente considerata l’unica e la più importante.

La propria ruga di appartenenza era il punto di partenza e di riferimento per stabilire la nostra posizione nel paese e il nostro rapporto con gli altri paesani, era qualcosa di unitario dove le cose avevano il proprio significato in quanto i rapporti erano connessi con tutta la comunità. Si viveva insieme e insieme si traevano i mezzi di sostentamento da una terra avara. I doveri di buon vicinato e di reciproca assistenza erano inerenti alle misere condizioni di tutti, erano obblighi a cui nessuno poteva sottrarsi senza il timore di essere tagliati fuori dalla comunità della ruga; consisteva nella capacità di compiere ogni cosa insieme , nel rapporto comune che tutto regolava . Questo spirito di autosufficienza e lo spirito comunitario della ruga ci conferiva anche un senso di stabilità costringendo, ahimè, ogni generazione a ripercorrere il cammino delle precedenti.

Nonostante numerose opinioni in contrasto alle mie , la maggior parte delle nostre storie sono state di stenti , di separazioni e ricongiungimenti con parenti e paesani, di duro lavoro, di sofferenze, di spaesamento linguistico , di solitudine. Se il Paese del Rimpianto per molti rimane San Giovanni in Fiore in quanto loro ideale patria elettiva, la Nuova Terra deve essere per loro altrettanto bella , perchè la vita rimane sempre bella , almeno nella misura in cui il destino umano è soccorso dalla vigile memoria del passato e cosa , per me , più importante dalla prospettiva dell’avvenire.

Tony Arcuri

PD: Affari con il vento in poppa

Il disboscamento della Sila, le inchieste su Valle Crati e adesso anche quella sull’eolico, tutto contribuisce col far diventare più nitidi i contorni di qualcosa di torbido che coinvolge la Provincia di Cosenza e la Regione Calabria. Se non fosse coinvolto pesantemente il centro sinistra, i decreti di scioglimento degli enti interessati sarebbero stati emessi da tempo.

L’articolo, di seguito riportato, è tratto dal quotidiano “La Provincia Cosentina” del 25 Luglio 2008.

Inchiesta sull’eolico, trema il Partito Democratico

25/07/08 – Paola
Nell’indagine sarebbero coinvolti anche esponenti diessini, dei Verdi e di centro. Il sostituto procuratore di Paola Eugenio Facciolla pronto a depositare i documenti raccolti

Cinque imprenditori sospetti, quattro consiglieri regionali, tutti di area Pd ( almeno all’epoca dei fatti anche se uno, non più assessore regionale, oggi milita nell’Udc) molti dirigenti regionali e l’intera Commissione di Valutazione Impatto Ambientale su cui i fari continuano ad essere puntati. Sono le persone coinvolte nell’inchiesta
sull’energia eolica coordinata dal sostituto procuratore della repubblica di Paola , Eugenio Facciolla, ormai prossimo a depositare la conclusione dell’indagine . Un quadro a tinte fosche con in mezzo una torta di finanziamenti per decine di milioni di euro. Sullo ffondo il grande obiettivo dei certificati verdi, attraverso i quali l’Enel acquistava l’energia, con contratti almeno ventennali , dai vari fornitori . Per Facciolla c’era un vero e proprio disegno criminale che vedeva uniti faccendieri , consiglieri regionali , dirigenti, burocrati e prestanomi divenuti imprenditori allo scopo di usurpare finanziamenti cospicui . Si attende di sapere quale ruolo aveva in tutta la vicenda Renato D’Andria , l’ex segretario nazionale del Psdi, imprenditore, più volte finito nei guai giudiziari per dossieraggio illegale, legato da rapporti di società con un assistente dell’ex assessore regionale Diego Tommasi . Proprio in relazione all’ex titolare della delega ambientale c’è la curiosità di sapere se esista un coinvolgimento diretto o se il grado di cointeressenza fra il suo ex assistente e D’Andria (acclarato da una serie di attività edilizie in comune e dal tentativo, poi fallito, di acquisire l’Hotel San Francesco a Rende ) non riguardi sue responsabilità Facciolla avrebbe una serie di elementi che confermerebbero le dichiarazioni rese in istruttoria dall’ex
Presidente del Cosenza Calcio, Mauro Nucaro . L’uomo ha indicato in Giancarlo D’Agni, un ex operaio divenuto nel giro di pochi anni imprenditore , l’uomo legato ai poteri forti della Regione , capace di acquisire commesse di importanza internazionale ( il mandato della Erg della famiglia Garrone ) e di esercitare una sorta di monopolio nel settore .

Continua su La Provincia Cosentina del 25/07/08

San Giovanni in F.: Bertolaso Bacchetta il Comune

Bertolaso in occasione della presentazione del rapporto “Ecosistema Incendi 2008”, presentato ieri a Roma da Legambiente e dal Dipartimento di Protezione Civile, in vista della campagna di prevenzione di questa estate, ha espresso serie critiche all’amministrazione comunale di San Giovanni in Fiore rimarcando gravi carenze nel piano per la prevenzione degli incendi. Questo è molto grave se si considera che il comune ha un grandissimo demanio gran parte del quale gravita nell’area del Parco Nazionale della Sila.

Le critiche di Bertolaso, tecnicamente motivate, fanno riferimento all’incendio scoppiato lunedì scorso 7 Luglio all’interno del tessuto urbano che ha dato filo da torcere alla protezione civile intervenuta con ben due elicotteri e un canadair. Bertolaso ha riferito che i mezzi aerei della protezione civile sono arrivati subito sul posto (nei pressi della Caserma dei Carabinieri) ma è mancato il supporto adeguato a terra. Questo malgrado nel grande comune silano siano presenti centinaia di forestali che spesso non si riesce ad impiegare in servizi utili al territorio. La gestione dell’intervento da terra è stata così maldestra ed approssimativa che il fuoco si è ripresentato all’indomani nello stesso punto.

I mezzi aerei della protezione civile, per la mancanza sul posto di bacini comunali predisposti per lo spegnimento degli incendi, hanno attinto dal depuratore dell’Arvo, riportando su, a Serra Cappuccini, quello che le fogne avevano già portato a valle.

Sulla questione è intervenuto il deputato locale del PD Franco Laratta rivoltando la frittata. Ascoltare interi LP di Mina di questi tempi deve avere effetti devastanti sulla lucidità mentale. Laratta ha stigmatizzato l’intervento di Bertolaso colpevole di aver bastonato i suoi amici di merenda lamentando mancanza di coordinamento tra la protezione civile e gli enti territoriali. L’amico Franco deve aver dimenticato il detto popolare dell’asino: è inutile fischiare se la bestia non ha intenzione di bere. E gli amministratori di San Giovanni, impegnati da anni in lotte intestine nello spartirsi la bruschetta, non hanno certo tempo per seguire le direttive della protezione civile tra l’altro a loro aliena.

E poi, a cosa può servire la prevenzione degli incendi? Perché spendere soldi per qualcosa che non ha futuro?
Infatti, se continuerà il disboscamento sistematico della Sila ad opera dell’Ecomafia Comunista (guardare quello che transita sulla 107 per credere), dei boschi in Sila rimarranno solo le fotografie.
E poi non è vero che il comune di San Giovanni in Fiore sia così inefficiente. Forse mancheranno le strutture antincendio ma abbiamo la più grande discarica di monnezza della Calabria. Una discarica che serve, praticamente, l’intera provincia di Cosenza!!!!!!!!!

Luigi Spadafora
10 Luglio 2008

Chi mangia nella Provincia!

Oggi 25 Giugno la Provincia Cosentina ha pubblicato un interessante articolo che proponiamo agli utenti che non hanno avuto modo di leggerlo.

Consulenti alla Provincia, ecco l’elenco

Trasparenza nella PA: incarichi per migliaia di euro sotto la voce “supporto strutture” e “programmazione” 

Nella griglia degli spendaccioni non poteva mancare la Provincia di Cosenza che accanto alle 3 consulenze di Brindisi e 3 di Caserta si attesta con ben 47 incarichi sovvenzionati dall’ente nel 2006. Per un impegno di spesa pari a 707 mila e 560 euro e 540 mila e 560 euro effettivamente erogati. Gli usi e i costumi dello staff del presidente Mario Oliverio si manifestano in termini di cifre, nomi e bizzarre descrizioni. I numeri emblematici si concentrano nel settore tecnico “Supporto strutture, programmazione, studi e progetti infrastrutturali, stradali”. Sotto questa unica voce la contabilità della Provincia si svena con una previsione di spesa annua di 170 mila e 488 euro. Realmente erogati 145 mila e 44 euro. Circa 300 milioni di vecchie lire. In cima alla lista dei super pagati troneggia Battista Iacino che nel 2006 ha incassato dall’ente 80 mila e 784 euro. Sarebbe il responsabile del settore. Non è certa la natura del suo ruolo visto che lo schema resta vuoto nel riquadro dell’incarico. Brevi cenni biografici su Iacino. Ex assessore regionale Psi, ingegnere capo dell’Anas coinvolto nella vicenda giudiziaria, detta operazione “Tamburo”, l’inchiesta sui lavori della A3 Sa-Rc. Nello stesso progetto figura anche Michele Fida la cui consulenza è costata alla Provincia 21 mila e 420 euro, seguito da Luigi Rende che in qualità di tecnico ha percepito la medesima cifra. Parimerito anche Gianluca Morrone, figlio di Bruno che pare sia il segretario particolare del presidente del Consiglio provinciale Francesco Principe. 

Fonte: www. laprovinciacosentina.it/portale/view_notizia.cfm?Q_TEM=POLITICA&Q_ID=3928

Requiem per Prodi

Prodi lascia gli incarichi nel PD. Abbiamo trovato questo documento nel sito www.beppegrullo.it e non vogliamo privare i nostri utenti della gioia di fruire di un documento da non dimenticare:

Prodi lascia ….

Non ti dimenticheremo! Lo piangono affranti tutti i rumeni d’Italia!!!

“Io ho gia dato: 20 anni di politica e gli ultimi con Sircana sempre alle spalle!! Pericolosamente vicino!!! Vorrei vedere il Berlusca. Lui ha la Carfagna e la Prestigiacomo ai fianchi e dietro Bonaiuti palesemente minidotato e con disfunzione erettile conclamata!!!”

Il suo Governo, se pur breve, verrà ricordato come quello dei record. Riportiamo una carrellata di cifre relative ai suoi Prodigi, alle sue Prodezze.

Prima di Lui l’Italia era un mortorio. Appena insediato ha pensato bene di liberare 30 mila galantuomini, come belve nel Colosseo! A Napoli, e non solo, è cominciata la festa! Capodanno ogni notte! Meglio di un western alla Sergio Leone e tutto …. gratuito! Malviventi che si sparano notte e giorno tra cumuli di rifiuti! Uno spettacolo coinvolgente così interattivo che, ogni tanto, anche qualche spettatore si becca un proiettile!

Ma i migliori non si fermano ai primi risultati! E così che Prodi iniziò a importare romeni di ogni specie ma tutti selezionati. L’Italia si ravvivò in poco tempo. Dopo il genio di Sergio Leone, Prodi, superò quello di Stanley Kubrick: arance meccaniche per tutti!

Venne l’ora delle tasse. 70 nuove tasse in un botto. E poi dicono che la creatività non appartiene più alla sinistra italiana. Provateci voi a inventare 70 nuove tasse! Ricordate però che la carta igienica bollata e il dazio sulla pipì sono state inventate da Otello Prefazio negli anni 70. Non fatevi venire in mente etilometri che misurano il volume d’aria respirata perché in alcuni luoghi questi non potrebbero funzionare. Infatti, in Campania, grazie a Pecoraro Scanio (più Pecoraro che Scanio), l’uomo che voleva disinquinare il mondo intero, l’ossigeno non esiste più: è solo puzza!

Quando il mare è in tempesta solo i migliori riescono a mantenere la giusta rotta. Fu così che alcune pecorelle smarrite persero il senso dell’orientamento e indagarono anche in una direzione non gradita. Ma Prodi non si perse d’animo e cacciò via le mele marce prima che potessero infettare le altre o potessero far danni. Furono così allontanati dai loro posti la Forleo, De Magistris e il generale Speciale che, per Prodi, di speciale aveva ben poco!

Qualcuno disse che solo Mussolini, vedi “guerra del grano”, poteva ottenere incrementi a tre cifre nell’amministrazione dello Stato in un solo anno. Prodi non volle essere di meno e in batter d’occhio riuscì ad raddoppiare il numero delle auto blu. Due milioni di auto blu in Italia. La nostra nazione vince il confronto contro tutto il mondo intero!!! Abbiamo più auto blu noi che tutte le nazioni del mondo messe insieme!

Prodi perdonami se non ho ricordato tutti i tuoi Prodigi ma devo andare a lavorare. Tu dolcissimo crown travestito da mortadella gigante stai andando via, tu e il tuo magnifico circo con tanti pinocchi e artisti fenomenali: Caruso il mangiatore di fuoco con le sue bottiglie infiammabili, Sircana il pinocchio con la sua lunga prominenza a quota un metro dal pavimento, Luxuria vestito sempre come a carnevale che invade il bagno delle donne del Parlamento come se fosse alla scuola materna, …….

Ci mancherai Romano. Ci siamo divertiti un sacco (di mondezza). E mentre tu vai via con la tua bicicletta seguita da un stuolo di 2 milioni di auto blu, con ai margini della strada cumuli di rifiuti, in un’aria che è un eufemismo dire irrespirabile, con i coreani e i cinesi che ci ridono alle spalle, non può che scenderci, sulla guancia, una lacrima …… di felicità!!!!!

Regione, aumentano gli inquisiti.

Quella della regiona Calabria non è più la maggioranza del centro sinistra, è la maggioranza degli inquisiti!

Infatti, altri due consiglieri regionali del centro sinistra sono stati iscritti nel registro degli indagati. Si tratta di Antonio Acri (Ds) e Mario Maiolo (Dl). L’ipotesi accusatoria per Acri e Maiolo è associazione a delinquere e truffa e riguarda il loro coinvolgimento nell’inchiesta sulla gestione della società informatica Tesi. Inchiesta che aveva già portato all’emissione di 19 avvisi di garanzia fra i quali i sindaci di Cosenza, Salvatore Perugini, e di Rende, Umberto Bernaudo.
La Tesi, società informatica a partecipazione mista pubblico-privata creata dalla Regione sulle ceneri dela Crai, è in grave crisi per mancanza di commesse. Sulle sue vicende societarie e sugli appalti ottenuti dalla Regione sta indagando, da tempo, la Procura di Catanzaro. Per Acri e Maiolo, oltre che per le altre 19 persone coinvolte nell’ indagine, il sostituto procuratore Luigi de Magistris ipotizza i reati di associazione per delinquere e truffa in merito alla concessione e all’utilizzo da parte della Tesi di finanziamenti erogati dall’Unione europea, dallo Stato e dalla Regione Calabria.
Nella stessa inchiesta, coordinata dalla Procura di Catanzaro, sono indagati il vice presidente della Giunta regionale Nicola Adamo, e la moglie, Enza Bruno Bossio. I due consiglieri, Acri e Maiolo, all’epoca dei fatti erano rispettivamente presidente e vicepresidente della Provincia di Cosenza.

Dopo tutto quello che sta succedendo è inspiegabile come mai non si è sciolto ancora il consiglio regionale per infiltrazioni mafiose!

Fate il Ponte e non la guerra!

Fate il Ponte e non la guerra! E’ uno degli slogan con cui migliaia di manifestanti, in un corteo per le strade di Roma, hanno chiesto al governo di non abbandonare il progetto del Ponte sullo Stetto.

Un’opera essenziale per lo sviluppo economico e turistico della Sicilia e dell’intero Sud d’Italia. Un’opera che avrebbe ricadute positive anche sul turismo in Sila alimentato da un flusso non indifferente di visitatori siciliani.

Il ponte sullo Stretto è una delle paranoie del governo di centro-sinistra che si oppone adducendo ragioni di tipo ambientalista ma che in realtà mira a dirottare le enormi risorse verso altri lidi.

Di seguito riportiamo un articolo diramato dall’Ansa sulla manifestazione odierna a favore dell’opera.

MANIFESTAZIONE PRO-PONTE SULLO STRETTO A ROMA

ROMA – ‘Giu’ le mani dal Ponte’ e’ lo slogan gridato dai manifestanti che da Piazza Venezia hanno sfilato lungo via del Corso per raggiungere Piazza Colonna dove e’ gia’ partita la protesta perche’ il Ponte sullo Stretto di Messina venga realizzato.

In migliaia hanno sfilato e hanno raggiunto Palazzo Chigi: sono arrivati da Sicilia, Calabria e Sardegna, in pullman, in treno e in aereo per la manifestazione, promossa dal Movimento per l’autonomia. Sono centinaia le bandiere dell’MPA e quelle con i simboli della regione siciliana che sventolano davanti alla sede del Governo.

I manifestanti si sono sistemati oltre le transenne che delimitano l’area davanti Palazzo Chigi mentre i leader politici hanno oltrepassato gli sbarramenti. E’ presente, tra gli altri, Raffaele Lombardo, leader del Movimento per l’autonomia, eurodeputato e presidente della Provincia di Catania.

FINI, SE C’E’ DEMOCRAZIA S’HA DA FARE

‘La democrazia significa rispettare il volere del popolo. Basterebbe che a Palazzo Chigi avessero presente questo e la discussione sul Ponte sullo Stretto sarebbe finita: se c’e’ democrazia il ponte s’ha da fare’. Lo ha affermato Gianfranco Fini, presidente di An, parlando alla manifestazione a favore del Ponte sullo Stretto, organizzata dal Movimento per l’autonomia di Raffaele Lombardo e dalla Cdl siciliana, in svolgimento davanti a Palazzo Chigi. Fini, che ha espresso la sua solidarieta’ ‘al popolo siciliano che merita di essere ascoltato’, ha sostenuto la necessita’ che ‘si faccia quanto si e’ fatto in Val di Susa per la Tav’, cioe’ confrontarsi con i cittadini.

A margine della manifestazione, Fini ha quindi spiegato i motivi della sua adesione alla manifestazione: ‘Sostengo la decisione di costruire il ponte sullo Stretto per tre ordini di motivi: innanzitutto nessuno puo’ discutere l’importanza strategica di un’opera che darebbe un’immagine diversa della Sicilia rispetto a tanti luoghi comuni; in secondo luogo – ha proseguito – ci sarebbe un ritorno occupazionale; e infine, con buona pace di chi non l’ha capito, il ponte da solo non lo ha mai pensato nessuno. Pensiamo al ponte nell’ambito di un grande intervento infrastrutturale’. Quanto all’ipotesi di indire un referendum in Sicilia sulla realizzazione di quest’opera, Fini ha richiamato ancora una volta la necessita’ di ‘ascoltare la gente’.

SCHIFANI (FI),GOVERNO PRODI VUOLE COLPIRE SUD

‘Il Governo Prodi vuole colpire il Mezzogiorno perche’ non l’ha votato’. Interviene cosi’ il presidente dei senatori di Forza Italia Renato Schifani alla manifestazione, promossa dal Movimento per l’Autonomia, in favore della costruzione del ponte sullo stretto di Messina. ‘Noi vogliamo lo sviluppo e porteremo la questione in Parlamento – continua -. Quelle aule sono la casa degli italiani dove adesso il presidente del consiglio Romano Prodi non vuole andare’.

PECORARO, MANIFESTAZIONE INUTILE

‘E’ paradossale che nella settimana europea sulla mobilita’ sostenibile si parli di opere faraoniche inutili’. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio in merito alla manifestazione in corso a Roma per il Ponte sullo Stretto, parlando a margine del convegno organizzato dal Ministero dell’Ambiente su ‘La citta’ senza la mia auto’. ‘Servono ferrovie e completamento di strade . La manifestazione di oggi – ha sottolineato Pecoraro – e’ piu’ un’attivita’ demagogica legata ai tanti interessi che stanno dietro a quest’opera. Manifestino invece contro lo smog’. Secondo il ministro quella della mobilita’ sostenibile urbana ‘e’ una delle opere pubbliche prioritarie per il Paese’.

http://www.ansa.it

Compagneros di Calabria

Che quella di Loiero era la giunta peggiore di tutta la storia della Calabria ve lo avevamo anticipato in tempi non sospetti prima che i Compagni di Merenda iniziassero ad “operare”. Adesso è difficile tenere il conto di tutte le porcherie che stanno venendo fuori. Riportiamo di seguito un articolo del Giornale che fa una carrellata, fino ad oggi, di tutte le vicende incredibili che vedono protagonisti, loro malgrado, i più rappresentativi uomini del centrosinistra calabrese.
Abbiamo aggiunto, per migliorarne la leggibilità, dei sottotitoli all’articolo visto il groviglio degno del più fantasioso autore di telenovelas.

Calabria, tutti gli scandali che imbarazzano l’Unione 

di Gian Marco Chiocci

Il tanto osannato «modello Calabria» non è più un esempio. Nemmeno a sinistra. L’asserita «onda nuova», lunga e trasparente della giunta di Agazio Loiero si è infranta da tempo su scogli giudiziari dove arrancano fedelissimi uomini di partito e trasformisti in perenne transumanza.
Nicola Adamo
L’informazione di garanzia per associazione a delinquere, truffa e abuso d’ufficio recapitata al vicepresidente del consiglio regionale, il diessino Nicola Adamo, è solo l’ultimo schiaffo a un’amministrazione ormai allo sbando, prossima al rimpasto, con due partiti (Dl e Ds) che paradossalmente rischiano di sfruttare le rispettive disgrazie per provare a frenare lo strapotere del Presidente che dopo aver girovagato da un partito all’altro s’è messo in proprio sponsorizzando la lista Codacons-Consumatori.
La giunta Loiero ha ormai serissimi problemi di immagine, di tenuta politica, di credibilità. E non solo perché le preveggenti denunce della vicepresidente della commissione Antimafia (Angela Napoli di An) stanno trovando riscontro, o perché il più recente affondo dell’ex ministro Maurizio Gasparri («la sinistra calabrese ormai affonda nella melma, il consiglio regionale va sciolto») rilancia a livello nazionale la questione morale calabrese, bensì perché ormai i terremoti giudiziari sono all’ordine del giorno.
Franco Pacenza
Il 16 agosto, il capogruppo della Quercia in consiglio, Franco Pacenza, è stato arrestato per concussione nell’ambito di un’indagine della procura di Cosenza sulla gestione di finanziamenti della Ue destinati alla realizzazione di insediamenti industriali.

In suo soccorso s’è materializzato il sottosegretario all’Interno, il ds Marco Minniti che in un’intervista del 21 agosto ha espresso la «sensazione» di un «errore giudiziario». Una settimana dopo il tribunale della libertà ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare e scarcerato l’indagato.
Domenico Crea
A imbarazzare il centrosinistra c’è soprattutto l’ingombrante ombra di Francesco Fortugno, assessore alla sanità, uomo della Margherita, assassinato a metà ottobre del 2005. Le voci sui mandanti eccellenti si rincorrono anche in queste ore sulla scia dei veleni che colpirono Domenico Crea, primo dei non eletti (subentrato alla vittima) già sfiorato dalle confessioni del pentito della ‘ndrangheta Nucera. Nelle indagini su Fortugno il nome di Crea spunta perché tal Giuseppe Marcianò, amico di uno dei killer e precedentemente arrestato per armi e droga, aveva lavorato alla sua segreteria politica. Successivamente in manette c’è finito il padre, Alessandro Marcianò, caposala dell’ospedale di Locri.
Enzo Sculco
Un problema rischia poi di diventare la vicenda di Enzo Sculco, capogruppo della Margherita alla Regione, arrestato il 2 aprile 2001 quand’era vicepresidente della Provincia di Crotone per corruzione, turbata libertà degli incanti, estorsione e truffa. Si aspetta la Cassazione: se confermerà le condanne, Sculco dovrà abdicare.
Pietro Amato
Quanto a Pietro Amato, presidente della commissione sanità, a dicembre ha subito in ufficio una perquisizione dei carabinieri.
Pietro Giamborrino
Nell’operazione «Rima» contro la cosca Fiarè è stato invece inquisito Pietro Giamborrino, consigliere regionale della Margherita e componente della commissione antimafia regionale.
Leopoldo Chieffallo
I detrattori di Loiero nel calderone mettono inoltre Leopoldo Chieffallo, consigliere regionale del nuovo Psi, in manette nel ’94 per lo scandalo di uno stabile di proprietà dell’Esac: in sede penale la posizione di Chieffallo si è prescritta, in sede contabile è subentrata la condanna.
Cosimo Cherubino
Assolto penalmente, meno eticamente per i suoi incidentali rapporti con esponenti della criminalità, è Cosimo Cherubino, consigliere regionale dello Sdi, il cui nome viene evocato da alcuni mafiosi sott’intercettazione in correlazione al boss Antonio Commisso.
Antonio Borrello
C’è poi Antonio Borrello, consigliere Udeur, già sindaco di Pizzo Calabro quando un decreto del presidente della Repubblica mise il sigillo sull’illegalità diffusa nella sua amministrazione. Si ritrova nei pasticci con la Corte dei conti per i regali di rappresentanza del Natale 2003.
Pasquale Tripodi
E ancora. Pasquale Tripodi, assessore regionale Udeur, è finito in tv per aver fatto assumere le cugine nel Concorsone regionale, e su L’Espresso per l’amicizia con tal Fortunato Laface, sorpreso con bombe a mano e pistole.
Sergio Stancato
E che dire di Sergio Stancato, ex assessore all’Ambiente, oggi consigliere con Mastella, transitato per il carcere il 7 maggio 1988 per una storia di tangenti? Mario Pirillo, assessore all’Agricoltura, dai suoi problemi ne è uscito indenne. In primo grado. 

da http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=117005