Angela Napoli: inquisiti nominati da Mario Oliverio

L’odierna operazione, denominata “Erga omnes” e scaturita dall’inchiesta “Rimborsopoli”, che ha portato a tre provvedimenti di custodia domiciliare, a cinque divieti di dimora in Calabria (da non sottovalutare!!) e ad oltre due milioni e mezzo di euro sequestrati, il tutto a carico di uomini politici dei vari schieramenti, fa ascrivere alla Calabria una nuova pagina nera.
Le responsabilità sono tutte di quei partiti e di quegli uomini politici che si ostinano a delegare alla Magistratura la pulizia del loro mondo. La responsabilità è di chi dà incarichi di governo della cosa pubblica a coloro che sanno già essere sottoposti ad inchieste giudiziarie nonché di chi dall’interno dei partiti di appartenenza continua a difendere gli “indifendibili”. La responsabilità è anche di chi non lascia fuori dalla politica coloro che, avvalendosi del consenso elettorale, sperpera o si appropria del denaro dei cittadini.
Credo che il Governatore della Calabria, dopo essersi ostinato a nominare nella sua Giunta personaggi che risultavano già sottoposti ad indagini giudiziarie ed oggi ufficialmente coinvolti nelle stesse, abbia il dovere morale di agire di conseguenza in relazione alla gravità della situazione emersa e ritengo, altresì, che i responsabili degli altri partiti politici, i cui uomini risultano coinvolti nell’inchiesta odierna, debbano comprendere che i cittadini calabresi non possono e non debbano più essere defraudati ed offesi nella loro onestà e moralità.

Angela Napoli
Presidente Associazione “Risveglio Ideale”

Taurianova, 26 giugno 2015

Mario Oliverio e l’orrido della politica!

Un simbolo verde riposo su una figura circolare senza vertici e punte, una scritta in caratteri piccoli con un contenuto che scimmiotta pateticamente Obama: “Si può fare “. Mario Oliverio si presenta in modo rassicurante e tenta di far dimenticare i decenni di militanza comunista, le “purghe” verso i compagni dissidenti, la diffamazione sistematica dell’avversario attraverso i meandri popolati dalla “milizia” galoppina e dalle fonti di comunicazione asservite alla sua figura, l’immobilismo amministrativo (meno si fa, meno si scontenta) compensati, però, dagli intrecci sottobanco con figure di alto rilievo di meschinità.

Certamente, qualcosina “si può fare”. Ma …. erano proprio necessari 40 anni di mala politica per rendersene conto?

Nuovo PD, vecchio candidato?

Se il nuovo è Canale….!

Se questo è il nuovo, allora il pd calabrese è messo proprio male. Massimo Canale, il candidato di Nicola Adamo, Enza Bruno Bossio, Mario Oliverio, Alfredo D’Attorre, Nico Stumpo, Doris Lo Moro e di tutta quell’area che da un trentennio ha condizionato pesantemente la vita politica del centro-sinistra calabrese, si erge a paladino del nuovo e del cambiamento, ma non riesce a fare un passo concreto e vero che dimostri tutto ciò. Anzi, per la verità, non appena Canale è stato designato dai suddetti personaggi, ha immediatamente pagato dazio, annunciando, senza se e senza ma, la candidatura di Mario Oliverio alla presidenza della regione! Nella logica di sempre: prima il candidato e poi, forse, il progetto e il programma.

I ‘Comitati Renzi’ della Calabria, con Ernesto Magorno candidato segretario regionale, puntano ad una netta rottura con tutto quello che è stato finora: il pd di Magorno sarà un partito che rivoluzionerà la politica calabrese con scelte di fortissimo cambiamento, in netta ed inequivocabile discontinuità con il passato. E questo lo sanno tutti coloro che, vecchi e nuovi, hanno inteso sostenere Magorno: si va verso una straordinaria stagione di cambiamento. Senza se e senza ma.

Il nostro bacino sarà quello delle decine di giovani che hanno fatto la ‘Leopoldina calabrese’ di Gioia Tauro. Saranno loro i protagonisti principali, saranno le loro idee che porteremo avanti, saranno i sogni e le speranze di quelle generazioni, non del trapassato remoto, che illumineranno la strada del futuro pd calabrese.

Anche sulle scelte per le prossime elezioni regionali sfidiamo Canale: lui pesca nella preistoria, noi metteremo in campo il meglio della Calabria, guidato da chi saprà parlare la il linguaggio del futuro. E questo è un impegno che Ernesto Magorno ha annunciato sin dal primo momento.

La sfida di Renzi sarà in Calabria la sfida della svolta. E su questo parleranno i fatti. Lo diciamo sin d’ora e i nostri elettori potranno verificarlo sin dal giorno dopo il 16 febbraio: tutto il pd sarà improntato alla qualità, al profondo rinnovamento, alle idee e ai progetti per il futuro.

Il trapassato remoto lo lasciamo a Massimo Canale e quelli che lo hanno scelto e imposto.

Comitati Renzi
Circoli Renzi
Calabria

Laratta: “Salvare gli scavi di ‘Jure vetere'”

Laratta: “Salvare gli scavi di ‘Jure vetere’ di Gioacchino da Fiore.
Appello alla Regione e al Governo.

“Salvare gli scavi di Jure Vetere è un obbligo morale per le istituzioni calabresi. Non possiamo assistere indifferenti al degrado dei resti del Protocenobio di Gioacchino da Fiore, nei pressi di San Giovanni in Fiore. Si tratta di un sito medioevale di grandissimo valore storico e culturale . E’ qui, in un angolo suggestivo e spettacolare della Sila, che Gioacchino decise di avviare la costituzione del suo Ordine Monastico e la costruzione del Protocenobio i cui resti soltanto 10 anni fa vennero alla luce, dopo anni di ricerche. Ma da allora tutto è fermo, tutto è avvolto nell’indifferenza. Da quel sito partì la straordinaria avventura nella chiesa di Gioacchino da Fiore e del suo ordine monastico, i Florensi. Fu lo stesso Gioacchino a cercare un sito adatto al suo progetto spirituale, attraversando l’intero altopiano, allora piuttosto aspro e isolato. Ed è a Jure Vetere che decise di fermarsi ed è in quel posto meraviglioso che rimase alcuni anni della sua vita. Ora quel sito è a forte rischio degrado. Gli scavi sono stati abbandonati alle intemperie. Per questo ritengono giusta e opportuna l’iniziativa di ‘Parola di vita’, periodico della Curia Arcivescovile di Cosenza Il suo appello alle istituzioni merita tutto l’appoggio possibile.
Intervenga Regione e Governo.

On. Franco LARATTA
Già deputato
Membro del Centro Internazionale di Studi Gioachimiti

Cosenza, 2 consiglieri PD collusi con la mafia

Cosenza, arrestati due consiglieri provinciali del Pd

Due consiglieri provinciali di Cosenza, Umberto Bernaudo e Pietro Paolo Ruffolo, sono stati arrestati nell’ambito delle indagini condotte dai carabinieri di Cosenza e dalla Dia di Catanzaro.

Per i due, esponenti del Partito democratico, sono stati disposti gli arresti domiciliari.

In carcere è invece finito il presunto boss Michele Di Ruppo.

Il giudice per le indagini preliminari distrettuale di Catanzaro, Livio Sabatini, ha escluso l’aggravante delle modalità mafiose che era stata chiesta dalla Dda nella proposta di misura cautelare.

A Bernaudo e Ruffolo, nella loro qualità, rispettivamente, di ex sindaco ed ex assessore del Comune di Rende, viene contestato di avere assunto, nella società partecipata “Rende Servizi”, familiari ed esponenti della cosca della ’ndrangheta Lanzino-Presta-Di Puppo, che opera nel territorio cosentino, in cambio del sostegno elettorale in occasione delle elezioni provinciali del 2009 e e di aver finanziato una cooperativa riconducibile al presunto boss della ’ndrangheta di Cosenza.

da: http://www.ilgiornale.it/news/interni/cosenza-arrestati-due-consiglieri-provinciali-pd-856259.html

S. Giov. in Fiore: branco di randagi nella notte

San Giov. in Fiore: branco randagi spadroneggia nella notte

Un branco di almeno 13 cani, è quanti ne abbiamo contati ma possono essere anche di più, è diventato il padrone assoluto delle strade della cittadina silana. I cani randagi si sono riuniti in un unico branco che rovista, in tarda sera e di notte, nei cassonetti della spazzatura cercando avanzi di cibo. Un branco che costituisce un serio pericolo per le persone e per gli altri animali domestici. Le persone che li incontrano indietreggiano cambiando strada e abbiamo visto un cittadino, con il proprio cane al guinzaglio, precipitosamente ritornare sui suoi passi per fortuna senza conseguenze.

Il tutto avviene nell’inerzia fisica e mentale di una amministrazione comunale che ha perso ogni spinta propulsiva ed ha abbandonato la città al suo destino tra masse di rifiuti che non si sa neanche da dove arrivano, teppisti notturni di ogni genere, corse motociclistiche di giorno e di notte, servizi pubblici ormai inesistenti e adesso anche il coprifuoco imposto dagli animali randagi.

cani randagi a San Giovanni in Fiore

Bomba a mano emerge dal Lago Arvo in secca

Un residuato bellico della seconda guerra mondiale, una bomba a mano di probabile costruzione americana è stata rinvenuta sulle sponde del lago Arvo, tra Lorica e Quaresima. L’ordigno è emerso dalle acque dell’invaso in secca per la penuria di precipitazioni di questa stagione. A trovarlo è stato Luigi Spadafora di San Giovanni in Fiore titolare del sito web Silaonline.it, durante una escursione.

Si tratta di una granata del tipo “ananas” di piccole dimensioni ma piuttosto pericolosa in quanto, in caso di scoppio, tende a frammentarsi in decine di schegge che straziano i malcapitati che si trovano nelle vicinanze. La bomba appare priva di linguetta di sicurezza per cui è possibile ipotizzare che sia stata lanciata in una operazione di guerra ma è finita nell’acqua del lago che ne ha attutito l’impatto e quindi ne ha evitato l’esplosione. Il meccanismo meccanico di innesto potrebbe essere ancora funzionante e quindi l’ordigno presenta dei grossi pericoli.

Lo Spadafora ha avvertito immediatamente i Carabinieri ed ha accompagnato la pattuglia in servizio a Lorica sul luogo del ritrovamento. Nei prossimi giorni ci sarà l’intervento degli artificieri che probabilmente faranno brillare l’ordigno direttamente sul posto.

Il lago artificiale di Lorica era già presente durante l’ultimo conflitto mondiale e pare che abbia restituito, ritirandosi periodicamente, altro materiale bellico. La diga del lago Arvo è stata presidiata dagli alleati verso la fine della guerra. La resistenza fascista era intenzionata a sabotare le centrali idroelettriche silane per ostacolare l’avanzata degli anglo-americani.

bomba rinvenuto nel lago arvo

bomba lago Arvo

La mafia dei boschi sta distruggendo la Sila

Riportiamo un comunicato Asca che conferma quanto noi di Silaonline denunciamo, inascoltati, da anni. Unica cosa che aggiungiamo, per dovere di cronaca, e che lo scempio in atto è iniziato con la vecchia maggioranza, attuale opposizione, che denuncia adesso,a parole, i fatti.

Calabria/Regione: opposizione, mafia boschi sta distruggendo la Sila

10 Luglio 2012 – 13:19
(ASCA) – Reggio Calabria, 10 lug – ”L’Altopiano Silano, il cui Parco Nazionale e’ stato inserito recentemente nella lista propositiva (Tentative list) dei siti naturalistici mondiali per il il Patrimonio Mondiale dell’Umanita’ di cui fanno parte quei siti che gli Stati proponenti ritengono di eccezionale valore universale e, quindi, adatti per il successivo inserimento nella ”World Heritage List” dell’Unesco, ossia fra i beni candidati a diventare Patrimonio Mondiale dell’Umanita’, rappresenta un patrimonio naturalistico e paesaggistico di valore unico ed inestimabile, un serbatoio ricchissimo di biodiversita’ e di habitat naturali che sono fra i piu’ importanti della foresta a livello mondiale per la conservazione della diversita’ biologica nel bacino del Mediterraneo, e’ oggetto, da piu’ tempo, da un attacco criminale e indiscriminato, piu’ volte denunciato da diversi sindaci e amministratori locali e dai vertici del Corpo Forestale dello Stato che hanno evidenziato a piu’ riprese il progressivo e devastante disboscamento di tutto il territorio silano”. Lo sostengono in una interrogazione, rivolta al Presidente della Giunta regionale della Calabria e all’assessore al ramo, i consiglieri di opposizione Carlo Guccione, Bruno Censore, Rosario Mirabelli, Vincenzo Ciconte, Ferdinando Aiello, Domenico Talarico e Antonino De Gaetano.

”In alcuni territori della provincia di Cosenza, in particolare in quelli ricadenti nei comuni di Longobucco, Acri, Spezzano della Sila e San Giovanni in Fiore – scrivono i Consiglieri – opererebbe da tempo una vera e propria associazione a delinquere, la cosiddetta ”mafia dei boschi” che, attraverso l’azione di ditte boschive compiacenti e senza scrupoli e con la complicita’ di tecnici all’uopo assoldati, sottoporrebbe questi territori a devastanti incendi e a continui e ripetuti tagli irrazionali abusivi, distruggendo enormi quantita’ di boschi di proprieta’ di privati ed Enti pubblici e devastando la flora e la fauna di questi territori; da recenti rapporti del Corpo Forestale dello Stato si e’ appreso che sarebbero igliaia gli alberi tagliati indiscriminatamente, senza alcuna autorizzazione o prescrizione di legge, per soddisfare le esigenze del cosiddetto ”mercato del legname”; tale ”mercato”, stando ad alcuni rapporti giudiziari scaturiti dall’apertura di appositi fascicoli d’indagine da parte di diverse Procure della Repubblica che avrebbero gia’ individuato le possibili ipotesi di reato, sarebbe in gran parte illegale e clandestino e potrebbe essere gestito dalla criminalita’ organizzata, che ne ricava enormi profitti tanto che alcune intimidazioni e minacce compiute contro gli amministratori locali e, negli anni scorsi, contro lo stesso comandante del Corpo Forestale dello Stato potrebbero avere la stessa matrice.

Nei giorni scorsi un gruppo di associazioni naturalistiche regionali e nazionali (Altura, Arci, Enpa, Italia Nostra, Lipu, Man, Wwf, Cnp e Gettini di Vitalba) ha denunciato con forza ”i continui scempi perpetrati anche all’interno di aree protette ai danni dell’ingente e prezioso patrimonio forestale come, in particolare, nel Parco Nazionale della Sila”; nuovi tagli forestali intensi, irrazionali ed illegali, che hanno messo a nudo il manto vegetale, causando danni rilevanti all’ecosistema, (con conseguente rischio di dissesto idro-geologico), oltre che al paesaggio montano, sono stati denunciati nei giorni scorsi dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato; che, ormai da qualche anno, le risorse naturali che stanno all’origine della costituzione del Parco Nazionale della Sila vengono sempre piu’ spesso sottoposte ad uno sfruttamento incompatibile con la necessita’, valida ovunque ma inderogabile in un’area protetta, di tutelare l’ecosistema forestale”; si stanno mettendo a serio repentaglio habitat unici ed insostituibili per la fauna piu’ importante del Parco (come l’astore, il picchio nero, il gatto selvatico ecc.), senza contare il grave danno arrecato al paesaggio.

In conseguenza di cio’, in tutta l’area compresa all’interno del Parco Nazionale della Sila, e’ notevolmente aumentato il traffico pesante su gomma con il transito continuo di un gran numero di tir/camion carichi di grossi tronchi di alberi che percorrono ogni giorno a velocita’ sostenuta la Strada Provinciale 51, che collega la Sila, passando da Trepido’ e Cotronei, alla statale 107”.

I Consiglieri chiedono ”quali iniziative si intendano assumere per rafforzare le attivita’ d’indagine di protezione, prevenzione e repressione dei fenomeni illegali in relazione al taglio abusivo e clandestino di migliaia di ettari di bosco che stanno impoverendo e saccheggiando l’inestimabile patrimonio silano e per disporre il definitivo divieto di transito di tir e camion sulla Strada Provinciale 51”.

La vicenda della griglieria “ValleFiore”

Il paese mormora come un vespaio ma l’ufficializzazione della notizia è avvenuta con la pubblicazione di un articolo su “Il Quotidiano” del 19 Febbraio scorso. Articolo che l’autore ha preferito non firmare. Si tratta di una presunta truffa alla Regione Calabria legata ad un finanziamento pubblico di 550 mila euro, per i nostalgici, poco più di un miliardo di vecchie lire!

Venerdi 17 Febbraio, la Guardia di Finanza ha sigillato la struttura, nata sulla SS 107 nei pressi di Garga, meglio nota come griglieria e spaccio Vallefiore”. Il centro ristoro e annesso spaccio è gestito dalla cooperativa “Agricola Casearia Silvana” che ha ricevuto un contributo regionale di 550 mila euro per l’acquisto di macchinari per la lavorazione delle carni e dei formaggi. Le fatture che certificano tali acquisti sarebbero gonfiate di 160 mila euro finiti, secondo gli inquirenti, nelle mani di Antonio Arnone e della moglie Forciniti. I coniugi Arnone nonché i coniugi Biafora (presidente della cooperativa) sono stati iscritti nel registro degli indagati.

La struttura è stata successivamente dissequestrata ma nel paese si aspettano con curiosità e interesse i risultati del procedimento in corso. La notizia ha suscitato molto clamore in quanto, Antonio Arnone, è stato eletto nel Consiglio Comunale nelle file del PDL. Un altro duro colpo all’immagine della maggioranza di Antonio Barile additata da più parti come frutto della strumentalizzazione degli operai Sial e Cooperative e di accordi discutibili con parti purulenti provenienti dalla sinistra.

Si stigmatizza il comportamento di gruppi e ominidi come quelli appartenenti al cosiddetto comitato “Impegno Civile” che hanno fatto della prostituzione ideologica la loro intima ragione di vita.