Tragedia a Natale: 5 morti in frontale a SGF

Tragedia a Natale: 5 morti in uno scontro frontale a S. Giovanni in Fiore

Scontro tra due auto intorno all’1:30 sulla statale 107 a San Giovanni in Fiore. Le vittime tra i 22 e 16 anni, 2 sono fratelli quattro persone sono rimaste ferite

Grave incidente stradale nella notte in provincia di Cosenza a San Giovanni in Fiore: cinque giovani, tra cui un sedicenne, sono morti e altre quattro persone sono rimaste ferite in un scontro sulla statale 107 a San Giovanni in Fiore. L’incidente è avvenuto intorno all’1:30. Le vittime viaggiavano tutte su un’auto che per cause ancora da accertare si è scontrata con un’altra. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco.

DUE FRATELLI TRA LE VITTIME 
Tre vittime avevano 22, 21 e 16 anni, mentre di altre due l’età non è stata ancora accertata. Due delle vittime erano fratelli. I cinque, di San Giovanni in Fiore, viaggiavano su una Volkswagen Lupo che si è scontrata con una Nissan Santa Fe con quattro giovani di Crotone a bordo, rimasti tutti feriti. La strada statale 107 Silana-Crotonese, teatro della scontro mortale, è stata riaperta solo domenica mattina alle 8, dopo una chiusura di sei ore.

PIOGGIA SULLA STATALE 
Al momento dello scontro sulla zona stava piovendo. Per cause che la polizia stradale di Cosenza sta ancora cercando di chiarire, la Volkswagen Lupo con a bordo i cinque giovani si è scontrata frontalmente con una Nissan Santa Fe a bordo della quale si trovavano marito, moglie ed i due figli. Nell’urto i cinque giovani sono morti, mentre gli occupanti dell’altra auto sono rimasti feriti gravemente. I quattro, comunque, non sono in pericolo di vita. Sul posto sono intervenuti gli agenti della polstrada di Cosenza e Crotone, i vigili del fuoco ed i sanitari del 118. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica di Cosenza, Donatella Donato.

Aggiornamento

San Giovanni in Fiore (Cosenza). Cinque giovani, tra cui una ragazza di 15 anni, sono morti in un incidente stradale verificatosi lungo la Strada statale 107 Silana-Crotonese, all’altezza di San Giovanni in Fiore. Due delle vittime sono tra loro fratelli, Frank e Robert Laurenzano, rispettivamente di 22 e 20 anni. Con loro hanno perso la vita il 21enne Samuel Crivaro, Domenico Noce, 20 anni ed Elena Palmieri 15 anni. Le vittime, tutte di San Giovanni in Fiore, erano a bordo di una Lupo Volkaswagen guidata da Robert Laurenzano che, poco dopo l’1:30 della notte scorsa, procedendo in direzione Crotone, è uscita fuori strada ed ha sbattuto contro il guard rail presente sulla carreggiata opposta. Contemporaneamente è stata urtata da un fuoristrada Hyundai Nissan Santa Fe su cui si trovava un nucleo familiare di Crotone, il marito di 42 anni, la moglie, 38 anni e i due figli. I quattro hanno riportato gravi ferite, che, tuttavia, non sono tali da mettere in pericolo le loro vite. Sull’area in cui è avvenuto il tragico schianto stava cadendo una fitta pioggia che potrebbe aver reso viscida la sede stradale. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia Stradale di Cosenza e Crotone per effettuare i rilievi utili per ricostruire la dinamica dell’incidente, i sanitari del 118 e i Vigili del Fuoco. L’inchiesta che farà luce sulle cause dello schianto è diretta da Donatella Donato, sostituto procuratore della Repubblica di Cosenza. Il luogo teatro del violento impatto, un viadotto che si incontra immediatamente dopo l’uscita per San Giovanni in Fiore, è stato presto raggiunto dai parenti e dagli amici dei giovanissimi deceduti che, dopo aver appreso che i ragazzi aveavano perso la vita si sono abbandonati alla disperazione. La Strada statale 107, intanto, dopo sei ore, è stata riaperta al traffico.

San Giov.in F. A rischio Distretto Sanitario

San Giovanni in Fiore. A rischio il Distretto Sanitario

Dopo la chiusura a tappe forzate dell’Ospedale Civile, si profila all’orizzonte un nuova spoliazione per San Giovanni in Fiore pare per colpa del famigerato piano di rientro di Giuseppe Scopelliti. Il centro silano rischia di perdere anche il Distretto Sanitario nell’indifferenza ormai sistematica della giunta comunale guidata da Antonio Barile che non vuole rischiare di inimicarsi il Santo Protettore.

Pare che il Distretto del grosso comune montano non abbia i numeri e potrebbe essere accorpato, qui il ridicolo, nientemeno che oltre il massiccio Silano, al distretto di Rossano! Questo malgrado nel distretto di San Giovanni si trovino i comuni del suo circondario che fanno tutti capo alla provincia di Crotone: Savelli, Cerenzia, Caccuri, Castesilano, Verzino e Belvedere Spinello.

Ricordiamo che, ai tempi di Loiero, l’Ospedale di San Giovanni in Fiore perse la Pediatria, quest’anno è stato chiuso il Punto Nascita ed Ostetricia e Ginecologia e ridimensionati altri reparti. A rischio ci sono anche, il reparto di Chirurgia, considerato un’eccellenza, e il Laboratorio Analisi e Radiologia.

Un nuovo lago in Sila ma …. di immondizia!

Un nuovo lago in Sila ma …. di immondizia!

Le voci circolano da qualche giorno e sono state confermate in consiglio comunale dal vicesindaco Battista Benincasa: presto per ovviare all’inconveniente dell’esaurimento prossimo della discarica del Vetrano, che doveva servire San Giovanni in Fiore per decenni ma che è stata saturata dagli scarichi dei comuni del cosentino, si costruiranno dei muri di contenimento, sicuramente imponenti, per aumentare la capacità della discarica stessa.

In pratica si costruirà una diga di contenimento come quelle che hanno dato vita ai laghi silani, stavolta però l’invaso non sarà riempito dall’acqua limpida e cristallina della Sila ma da immondizia di dubbia provenienza e di dubbia natura. Un’opera muraria che avrà un impatto ambientale devastante su uno dei più belli luoghi dell’Altopiano, lungo la valle del Neto, gia dichiarato da tempo ZPS ovvero Zona di Protezione Speciale.

La nuova giunta comunale di San Giovanni in Fiore, guidata da Antonio Barile, emanazione delle forze politiche che, nella campagna elettorale, si erano distinte per la denuncia dell’utilizzo della discarica da parte di paesi fuori dal circondario di San Giovanni in Fiore organizzando vistose manifestazioni di protesta e promettendo, in caso di vittoria, l’eliminazione del problema, adesso tace palesemente imbarazzata e asservita agli interessi dell’amministrazione regionale.

Non solo continuano a sversare i comuni di prima delle elezioni ma, il loro numero aumenta di tappa in tappa senza che alcuno si degni di accennare ad una minima protesta. Adesso pare che la decisione del Commissario Straordinario dei rifiuti sia inappellabile, prima delle elezioni tutto era possibile per gli amministratori. Ci avevano promesso, durante la campagna elettorale, di sbloccare le situazioni dei laghi di Vutturino e Re di Sole adesso di laghi ne fanno un altro ma tutto pieno di immondizia e percolato!

Luigi Spadafora
07/09/2011

Assopec: protesta contro il sindaco Barile

Riportiamo per esteso la lettera aperta del 19 Agosto indirizzata dall’Assopec al sindaco di San Giovanni in Fiore Antonio Barile:

Caro Sindaco,

lo scorso 2 Maggio in un pubblico confronto che La vedeva impegnato nella campagna elettorale con gli altri candidati, leggemmo una nostra dichiarazione di intenti e di azioni che da quel giorno in poi avrebbe visto impegnata l’Assopec nei confronti dell’Amministrazione Comunale.

Parlammo e promettemmo disponibilità, collaborazione, proposte e attenzione alle scelte. Sin dai primissimi giorni dell’ufficiale investitura della Sua Giunta, ci siamo immediatamente attivati per riprendere un discorso interrotto lo scorso mese di Gennaio.

Abbiamo dedicato decine e decine di ore ad incontri, riunioni, sopralluoghi, discussioni e analisi di ogni tipo, basta chiedere agli Assessori Giovanni e Mario Iaquinta, fino ad oggi i più coinvolti nella nostra attività.

Alla luce però degli avvenimenti, dobbiamo assolutamente mettere un punto fermo alla situazione prima che si inneschino azioni e reazioni sicuramente non proficue per lo sviluppo di quella che è stata, e resterà, la nostra linea di volontà collaborativa verso l’Amministrazione Comunale. Verso la nostra Città. Che non ci interessa di modificare !

Il dover constatare che quasi tutto quello che si è proposto è rimasto insoluto, ci amareggia moltissimo e ci piacerebbe che si chiarisse quale intende essere il rapporto di collaborazione che la Sua Amministrazione vuole avere con la nostra Associazione, perché ci troviamo di fronte a dei paradossi evidenti che qui di seguito Le riassumiamo:

uno dei progetti più importanti che ci vede impegnati sin dalla nostra nascita è Saperi & Sapori; due anni di lavoro per mettere in piedi l’idea ed oggi abbiamo piacevolmente accolto affianco a noi, per scrivere a quattro mani questa opportunità di crescita, l’Amministrazione Comunale con in prima linea l’Ass.re al Turismo e l’Ass.re alle Attività Produttive; con loro presenteremo alla Città tutto questo i prossimi 3 e 4 settembre;
stessa esperienza e stesso comportamento per Boscovivo, un altro successo targato Assopec, nel quale già lo scorso anno e allo stesso modo quest’anno, ci sarà da parte nostra il pieno coinvolgimento dell’Ass.re alla Forestazione e all’Ambiente della Sua Giunta;
medesimo ragionamento infine per l’iniziativa legata all’idea di una ZTL che la Sua Amministrazione ha inteso sperimentare anche quest’anno e per la quale anche quest’anno ci siamo attivati affinché si giungesse ad una mediazione con gli operatori interessati;
E così forse potremmo continuare con tanti altri piccoli aspetti comunque importanti in questi primi 50 giorni, che ci hanno visti partecipi a cercare soluzioni comuni a problemi di ogni genere.

Di riflesso però dall’Amministrazione dobbiamo altresì riscontrare:

i primi di Luglio, con l’Ass.re alle Attività Produttive focalizzammo e ci impegnammo per le priorità di intervento che insieme stabilimmo nella soluzione dei problemi legati a: Parcheggi, Traffico, Segnaletica, Ambulantato, Mercati, Tosap, Pubblici Esercizi, Piano Commerciale. Praticamente ad oggi ancora nulla di fatto o quasi;
allo stesso modo, incontrammo l’Ass.re al Turismo che ci illustrò l’idea del Programma per l’Estate e già da subito ci esponemmo in maniera critica alla scelta di concentrare sostanzialmente tutto al Centro Storico, escludendo il resto della città, scrivendo anche a lei per questo e chiedendo di incontrarci oltre che di rivedere questa scelta. Nessun ascolto e nessuna Sua convocazione;
medesimo metodo per la scelta della ZTL che ci vide titubanti sin dall’inizio sull’orario di attuazione e che tutti gli Operatori della zona sostennero, chiedendo la revisione dell’orario dalle 18.00 alle 20.00, cosa che alla fine dopo tante insistenze venne fatta e che però lo scorso 17 agosto per ospitare un’iniziativa sicuramente di facile spostamento in altro luogo o altra ora, venne riproposta bloccando Via Roma e suscitando non poche reazioni di stizza in un periodo e un orario cruciale per il commercio (mercoledi 17 agosto alle 18.00);
sin dal primo giorno delle due Giunte Barile abbiamo battuto il chiodo della completa applicazione della Legge 163 in merito al Codice dei Contratti, per garantire trasparenza, equità e alternanza, inviando anche una proposta di regolamento completo e di schema degli Albi per le Imprese, i Fornitori e per i Professionisti. Ma ancora oggi, ultima del 10 agosto, assistiamo ad incarichi a Professionisti per i quali non è chiaro il criterio di scelta usato, pur nell’assoluta legittimità d’azione.

Insomma caro Sindaco una sensazione di amarezza e delusione ci si sta stringendo addosso, lo ripetiamo ancora, tutte scelte legittime quelle che avete attuato, ma che senso ha allora parlare, discutere, proporre, analizzare, dibattere … collaborare ? Se alla fine nulla viene ascoltato !

Eppure, riecheggia nelle orecchie di tutti la Sua affermazione più volte ripetuta in campagna elettorale: che mai in passato la categoria degli Operatori Economici aveva ottenuto ascolto o attenzione dalle Amministrazioni Comunali. Attendiamo e restiamo fiduciosi e disponibili per la nostra Città e la sua Amministrazione.

Grazie

Assopec San Giovanni in Fiore

Inficiata tracciabilità rifiuti. Pericolo a S.Giovanni in Fiore

Inficiata tracciabilità rifiuti. Pericolo a S.Giovanni in Fiore

Quella di San Giovanni in Fiore è stata promossa da poco, grazie all’impegno estremo profuso dall’amministrazione Barile, a discarica unica e generale della provincia di Cosenza. Plaudono le giacche arancione aspettando la contropartita!

Intanto, pare non si faccia neanche il termovaorizzatore previsto per la Calabria Nord. Ovviamente non è più necessario: la Sila è grande quanto la disponibilità della giunta collaborazionista di Barile!

Ma quello che preoccupa di più i cittadini sangiovannesi non è solo la quantità enorme di rifiuti in arrivo ma anche la “qualità” degli stessi. La discarica del Vetrano non è controllata, chiunque può scaricare quello che vuole e quanto ne vuole!

Non solo ma, di fatto, sarà reso arduo il controllo sulla strada della massa di immondizia in circolazione. Pare infatti che, con la manovra bis del governo Berlusconi, si abroghi il sistema SISTRI per la tracciabilità dei rifiuti. Riportiamo integralmente l’articolo pubblicato su Eutekne.info.

La manovra-bis ha abrogato del tutto il Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti 

Da “EUTEKNE.INFO.” di Michele CITTADORI.

Con un colpo netto e deciso, il DL n. 138/2011 (c.d. “manovra di Ferragosto”) ha abrogato ogni traccia del SISTRI, il noto sistema di controllo digitalizzato per la tracciabilità dei rifiuti.

Il sistema SISTRI, preposto alla prevenzione della criminalità ambientale, era stato accolto con un plauso dalle istituzioni che, in tal modo, volevano sottrarre i grandi introiti alla criminalità organizzata, la quale ha trovato nel traffico di rifiuti speciali (il cui 80% sparisce nel nulla, come indicato da Legambiente) una fonte di guadagno che, grazie all’indispensabile collaborazione di “un esercito di colletti bianchi”, solo nel 2010 ha illecitamente fruttato più di 19 miliardi di euro. Ovviamente, a ciò va aggiunta la perdita economica per lo Stato di 140 milioni di euro l’anno per il mancato pagamento dell’IVA sulle attività di smaltimento e vendita illegale (senza contare gli esborsi per la bonifica dei siti di smaltimento illegale). Il rovescio della medaglia di tale sistema consisteva nelle ulteriori incombenze ed esborsi che andavano ancora una volta a gravare sulla classe imprenditoriale, la quale per queste ragioni aveva fortemente osteggiato l’introduzione del disposto (anche se, ad onor del vero, la traslazione ad un sistema digitalizzato, con abbandono del cartaceo, avrebbe nel medio lungo periodo costituito un risparmio).

Quello che ha lasciato perplessi è il fatto che, dovendo entrare in vigore nel settembre prossimo, il sistema SISTRI era ormai giunto ad un elevato grado di funzionalità: centinaia di migliaia di imprese ed enti avevano già sostenuto ingenti costi d’adeguamento, quali l’iscrizione al SISTRI, l’installazione delle scatole nere sugli automezzi, la formazione del personale, l’acquisto di software e l’installazione dei medesimi. Conseguentemente, il disposto normativo della manovra-bis ha lasciato tutti nel malcontento e neppure sembra ispirato a quella economicità e incentivazione dello sviluppo economico che hanno determinato l’emanazione del medesimo.

Più in particolare, varrà rilevare come il DL n. 138/2011, in vigore dal 13 agosto scorso, abbia espressamente abrogato l’articolo della Finanziaria 2007 in cui si disponevano l’istituzione e gli stanziamenti per l’operatività del sistema SISTRI (comma 1116 dell’art. 1 della L. 27 dicembre 2006 n. 296; così come l’art. 14-bis del DL 1° luglio 2009 n. 78, conv. L. 3 agosto 2009 n. 102). Così pure vengono espressamente abrogate le norme a queste correlate, quali quelle relative ai soggetti interessati dalla normativa de qua (il comma 2, lettera a) dell’art. 188-bis e l’art. 188-ter del DLgs. 3 aprile 2006 n. 152 e successive modificazioni), così come l’apparato sanzionatorio per l’omessa iscrizione dei soggetti obbligati (in specie: l’art. 260-bis del DLgs. 3 aprile 2006 n. 152 e successive modificazioni; l’art. 36 del DLgs. 3 dicembre 2010 n. 205, limitatamente al capoverso “articolo 260-bis“).

È stata altresì disposta l’abrogazione delle norme operative sulla tracciabilità dei rifiuti, relative, in specie, all’istituzione di un catasto sulla tracciabilità dei rifiuti, all’operatività di un registro di carico e scarico e al trasporto dei rifiuti medesimi (ex art. 16, comma 1, lettera b) del DLgs. 3 dicembre 2010 n. 205, rubricato “Disposizioni di attuazione della direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 relativa ai rifiuti”).
Ovviamente, la normativa di riferimento è stata abrogata anche in relazione all’applicazione nell’ambito della tutela del mare (abrogati quindi i decreti del Ministero dell’Ambiente 17 dicembre 2009 e successive modifiche e 18 febbraio 2011 n. 52).

Obbligata conseguenza di tale disposto normativo è che rimangono lettera morta anche le disposizioni conseguenti alla responsabilità degli enti (DLgs. 231/01): il tutto con un indubbio regresso nella prevenzione e repressione degli illeciti e, quindi, della legalità.

Applicabili solo le norme incardinate sul sistema cartaceo
Da notare è il fatto che resta ferma l’applicabilità delle altre norme in materia di gestione dei rifiuti incardinate sul poco efficiente ed efficace sistema cartaceo (in particolare, ai sensi dell’art. 188-bis, comma 2, lettera b) del DLgs. n. 152/2006, i relativi adempimenti possono essere effettuati nel rispetto degli obblighi relativi alla tenuta dei registri di carico e scarico, nonché del formulario di identificazione di cui agli articoli 190 e 193 del DLgs. n. 152/2006 e successive modificazioni).

In conclusione, non si può far altro che sperare in un “ravvedimento operoso” del Governo, che riporti allo status quo ante il sistema SISTRI, ripristinando così un risultato faticosamente raggiunto, che rappresenta un’indubbia conquista nel perseguimento della legalità preventiva e dell’etica.

Quel treno che non fischia più

Interrotto da tre anni il tratto Spezzano Sila-Camigliatello Silano

C’era una volta un affascinante trenino che viaggiava su e giù per le colline e i monti della Sila! Oggi Cosenza lo piange…un pezzo grosso di storia della nostra provincia sta per sparire tra l’indifferenza del popolo presilano e non solo!
Il tragitto ferroviario Cosenza-Camigliatello è praticamente dimezzato, la littorina ormai non scavalca più la frontiera di Spezzano Sila per presunti problemi di linea e per disaccordo tra le varie amministrazioni comunali silane e presilane che dimostrano di non avere la necessaria volontà per risolvere la faccenda.
Accentuati fenomeni di maltempo, che perlopiù in Sila risultano frequenti ogni anno, provocarono un vistoso smottamento del terreno nel tratto Santo Janni, in territorio di San Pietro in Guarano, nella località Fondente, interrompendo in modo forse definitivo le speranze dei viaggiatori che, chi per passione, chi per lavoro e chi per impossibilità di guidare un auto raggiungevano su rotaie le mete dei paesi della Sila.
È dai primi anni del nuovo millennio che il tragitto non viene curato in modo adeguato per garantire il passaggio del treno; tant’è che deragliamenti e frane hanno preceduto e determinato la chiusura definitiva del percorso.
E pensare che fino a venti anni fa chi era impiegato in ferrovia nel tratto suddetto godeva di privilegi e di un ottimo stipendio, invidiato da molti.
Il percorso, aperto il 10 Agosto 1931, era ed è un vero e proprio dono di Dio.
Dagli ulivi di San Pietro in Guarano, la linea ferroviaria inizia la scalata della Sila,tra boschi di faggi e tra gole e pendii profondi sbucano Redipiano, Santo Janni e Fondente (punto più alto del percorso posto a 1400m s.l.m.), da qui parte la lunga galleria del cosiddetto “Tasso” dove all’uscita ci si può godere di una bellissima paesistica di natura alpestre, fino a giungere a Moccone.
Tra le belle foreste di conifere spunta Camigliatello Bianchi (oggi Camgliatello Silano) , moderna località montana e centro di sport invernali, meta di numerosi turisti durante l’intero anno!
Fu il famoso cosentino Michele Bianchi , ministro dei lavori pubblici dell’epoca , che nel 1927 valorizzò notevolmente la località proprio in seguito all’apertura della ferrovia.
La linea tanti anni fa si inoltrava anche verso le stazioni di Croce Magara, San Nicola(la stazione più alta s.l.m. a livello europeo), Torre Garga e San Giovanni in Fiore ormai chiuse da decenni ed ora ci è stato negato persino il tratto San Pietro in G-Camigliatello. Un territorio come quello Silano ci è invidiato da tanti ed è il sogno di chi ama trascorrere le vacanze in serenità respirando a pieni polmoni l’aria pura dell’altopiano che è stata attestata come una delle migliori in campo europeo!, ”metrate” di neve, d’inverno, imbiancano il territorio e fanno accorrere migliaia di visitatori anche dalle regioni limitrofe ed allora possibile mai che un luogo così bello che dovrebbe essere meta continua di turisti non riesce ad essere valorizzato come si dovrebbe? E per raggiungere questo risultato non potrebbe contribuire anche quel bel trenino sbuffante che oltre a far luccicare dall’emozione gli occhi degli abitanti della zona potrebbe essere un’attrazione per i villeggianti e per i cosentini stessi? Non potrebbe dunque essere un mezzo per smuovere l’economia di questi paesi che stanno subendo una caduta economica forse mai vista nell’ultimo secolo?
Il fatto era stato denunciato anche dal periodico di San Pietro in Guarano, ”Mmasciata sampietrese” ma non hanno ricevuto risposte in merito. Anni e anni di lavoro in ferrovia non possono sparire così, Gioventù Italiana Cosenza vuole dare una mano alle aree montane in crisi, aspettiamo una risposta dalle amministrazioni del circondario e dalle Ferrovia della Calabria, ricordando al presidente della Giunta Regionale che in Calabria c’è anche e soprattutto la Sila.

Comunicato Stampa
Salvatore Intrieri
Gioventù italiana con La Destra Cosenza

Bernardo Spadafora risponde ad Assopec

Di seguito riportiamo i testi completi delle risposte, nel convegno organizzato da Assopec, di Bernardo Spadafora, candidato a sindaco nelle elezioni comunali di San Giovanni in Fiore per “Un Patto per la Città”.

Domande ASSOPEC

1. RUOLI, RAPPORTI COLLABORATIVI E ASPETTATIVE TRA AMMINISTRAZIONE COMUNALE E ASSOCIAZIONE
Se l’Amministrazione Comunale deve svolgere quel ruolo sempre più richiestole di essere cioè uno strumento promozionale di sviluppo ne consegue che deve necessariamente procedere avviando una stretta collaborazione con il mondo imprenditoriale locale e quindi con le diverse associazioni di categoria e di conseguenza con ASSOPEC e ciò in quanto sono appunto gli imprenditori ad un tempo i veri protagonisti e i beneficiari della sviluppo.
Non a caso nel programma dei primi 100 giorni della prossima Giunta Comunale prevediamo degli incontri con le associazioni di categoria (Agricoltori, allevatori, forestali, Coldiretti, gestori di attvità turistico-alberghiere, commercianti, artigiani ecc..) allo scopo di prendere conoscenza di eventuali specifici problemi ostacolanti l’esito economico delle imprese, recepire le istanze ed insieme individuare le cause ostacolanti lo sviluppo dei singoli settori d’impresa e prospettare soluzioni progettuali.
In questo contesto un ruolo determinante può e deve essere giocato dalla stessa ASSOPEC in merito alla diffusione ed agli iter procedurali e burocratici connessi per attingere alle risorse finanziarie disponibili per la realizzazione di specifici progetti di sviluppo produttivo, come meglio sarà chiarito nel corso della successiva specifica 3a domanda a proposito del sistema informativo territoriale.
– L’Amministrazione Comunale, da parte sua, può assumersi il ruolo di veicolare i progetti facilitandone il farraginoso e lungo iter burocratico mettendo a punto con l’Ente Parco Nazionale della Sila e con gli Assessorati Regionali competenti una procedura ispirata alla priorità accordata ai Comuni e Province il cui territorio ricade parzialmente o totalmente nel perimetro dei Parchi, nella concessione di finanziamenti statali e regionali per la realizzazione, sul territorio compreso nei confini dei Parchi stessi, di tutto un insieme di opere come il restauro di centri storici, il recupero di nuclei abitativi, lo sviluppo delle attività agricole, forestali e zootecniche, l’agriturismo e quant’altro.
Si tratta di un argomento non meglio approfondito e del quale non esistono precedenti, un argomento comunque del quale il Sindaco della prossima Amministrazione Comunale si deve fare carico per chiarirlo in sede della Comunità del Parco della quale fa parte.

2. SITUAZIONE ECONOMICA AMMINISTRATIVA:BILANCIO E IDEE DI RISANAMENTO, CON QUALI SISTEMI?
Sappiamo tutti che la nostra situazione di bilancio, conseguente alle scellerate e poco oculate amministrazioni precedenti, è drammatica. Malgrado questa premessa, noi, diciamo un no assoluto all’introduzione di nuove tasse o all’aumento di quelle esistenti. La via prioritaria al risanamento e quella del controllo della spesa. Fermare l’incremento della spesa e mirare al risparmio soprattutto dove è possibile senza tagliare sui servizi fondamentali ai cittadini. E’ noto, in termini di servizi, i sangiovannesi, danno molto e ricevono molto poco. Sono proprio curioso di mettere le mani sulla contabilità comunale per vedere come sono gestiti i nostri soldi! E’ possibile, ad esempio, ottimizzare l’utilizzo del patrimonio immobiliare del comune per ridurre le spese di affitto che storicamente hanno gravato in modo significativo sul bilancio comunale. Vanno studiate pure le possibilità di sfruttamento economico delle nostre risorse naturali magari attraverso convenzioni con privati o creando società miste (pubblico-private) salvaguardando comunque e sempre l’integrità delle stesse risorse.

3. SISTEMA INFORMATIVO TERRITORIALE (S.I.T.) DI SAN GIOVANNI IN FIORE: PIANO STRUTTURALE COMUNALE (PSC) E ALTRI PIANI COLLEGATI
Siamo a conoscenza che sin dal febbraio 2009, quindi durante la gestione Amministrativa guidata dal Sindaco Nicoletti, si è provveduto ad attivare un sito istituzionale online del Comune di San Giovanni in Fiore nell’ottica di una comunicazione immediata ed efficace tra l’Amministrazione e i cittadini mediante un accesso rapido alle informazioni ed ai servizi comunali.
Attraverso questo sito è possibile, in teoria, potere:
· Accedere ai servizi di Autocertificazione, Consultazione dati contributivi, Servizi tributari, Visure camerali, Visure catastali, Calcolo ICI e Tarsu,
· Visualizzare bandi, concorsi e atti in uscita presso l’Albo pretorio;
· Consultare e scaricare la modulistica relativa ai diversi uffici;
· Comunicare e interagire, in maniera semplice ed immediata, con gli amministratori e gli uffici comunali;
· Conoscere gli eventi e gli appuntamenti in programma sul nostro territorio e accedere alle informazioni turistiche
Inoltre per potere consultare specifiche mappe gli utenti possono fruire dell’accesso libero per consultare:
· Carta tecnica comunale
· Toponomastica
· Carta turistica
· Numerazione civica
· Piano Strutturale Comunale
· Ortofotopiano digitale
· Modello Digitale del Terreno (DEM)
· Catasto mappale e alfanumerico.
Con accesso riservato a dipendenti dell’Amministrazione. ed a professionisti autenticati è possibile consultare quindi anche il Catasto e definire la stampa del Certificato di Destinazione Urbanistica.
Dalle informazioni di cui siamo in possesso ci risulta che il sistema informativo messo in piedi dovrebbe in linea di massima funzionare, almeno per quanto riguarda l’accesso da parte degli stessi dipendenti comunali e di quei cittadini in possesso di un computer ed in grado di potere “navigare”. Il problema è per tutti gli altri cittadini sprovvisti del mezzo informatico e quindi costretti a recarsi direttamente agli sportelli comunali per attingere le notizie di cui hanno bisogno: sono gli ovvi limiti della reale fruizione di tecnologie avanzate.
Poiché si tratta dell’informazione io vorrei invece approfittare per attirare l’attenzione dei colleghi candidati Sindaci – almeno per il momento credo ci possiamo considerare colleghi – sul problema relativo alla informazione del Programma di Sviluppo Rurale, il cosiddetto PSR, quello che di fatto più immediatamente interessa lo sviluppo del nostro territorio, se è vero come è vero, che tale sviluppo è essenzialmente basato sullo sviluppo delle attività agrosilvopastorali, sul quale ci troviamo credo tutti d’accordo.
Il PSR della Calabria affinché possa raggiungere gli obiettivi previsti non può prescindere da una corretta e ampia attività di informazione e pubblicità.
Essa potrà avvalersi – almeno così si legge – eventualmente di strutture esterne selezionate attraverso apposita gara(??)
Il Programma vede il coinvolgimento a vari livelli di diversi soggetti centrali e locali. Questi ultimi dovrebbero fungere da collegamento tra la struttura centrale di indirizzo e controllo e il territorio in tutte le sue componenti.
Data la specificità del PSR le attività di informazione e pubblicità vengono programmate a diversi livelli.
Un primo livello è realizzato direttamente dall’Autorità di gestione (con sede a Catanzaro) e riguarderà l’attività di comunicazione del Programma in generale. Un secondo livello di comunicazione dovrebbe essere prodotto e gestito dalle singole aree e avrà come obiettivo quello di informare e pubblicizzare il PSL e le relative modalità attuative.
Le azioni informative e pubblicitarie riguardano, nello specifico, gli interventi strutturali del Fondo Europeo Agricolo di Sviluppo Rurale (FEASR) e si riferiscono al PSR, ai bandi e inviti per la presentazione di progetti.
Dove “casca l’asino” – diciamo così – è proprio su questo ultimo punto a proposito dei bandi e degli inviti per la presentazione di progetti. Mi risulta, per esempio, che alcuni bandi per accedere alle misure relative ai miglioramenti fondiari o a quelle relative alla riqualificazione delle aree boschive (che potevano interessare la riqualificazione di alcuni boschi di proprietà del Comune) sono già scaduti e bisognerà attendere il prossimo anno per una non certa riapertura, e tutto ciò senza che i potenziali fruitori ne venissero informati!!!
A nulla ha valso sotto questo profilo l’opportuna apertura, con un modesto contributo del Comune, di uno specifico sportello presso la sede dell’ASSOPEC: le informazioni circa i bandi per la presentazione dei progetti avrebbero dovuto essere preventivate a tempo debito per dare la possibilità agli eventuali fruitori di predisporre a tempo i progetti ed a tempo presentarli, e comunque avrebbero dovuto arrivare direttamente a conoscenza dei beneficiari. Certo non è realizzabile un “porta a porta” ma forse qualcosa in più avrebbe potuto essere fatto.

4. STRUMENTI PROGETTUALI DI CONTRASTO AL LAVORO PRECARIO
Parafrasando la domanda, equivale a dire: come creare nuovi posti di lavoro continuativo?
A mio avviso non ci sono altre alternative che promuovere progetti produttivi sia a livello privato che pubblico.
A livello privato si tratterà essenzialmente di progetti di sviluppo rurale che possano anzitutto fruire degli incentivi contributivi e creditizi messi a disposizione dal Programma di Sviluppo Rurale (PSV) con tutte le riserve espresse circa la diffusione delle informazioni in merito ai bandi di cui alla 3a domanda.
Nella specifico si tratterà di quell’insieme di interventi più conosciuti come “di miglioramento fondiario agrario” che siano in grado di riconvertire le tradizionali medie e piccole aziende silane ancora ancorate a sistemi colturali estensivi basati essenzialmente sul tradizionale avvicendamento patate/cereali.
Nel corso del Convegno tenuto lo scorso mese di novembre al Polifunzionale sul tema “Parco Nazionale della Sila ed Attività Agrosilvopastorali” è emerso che l’agricoltura silana per reinserirsi in un circuito economicamente produttivo che tenga conto delle mutate condizioni socioeconomiche e di mercato non può che essere anzitutto: “diversificata”, “integrata”, “ecocompatibile ed “ecosostenibile”, “semintensiva”.

Ci chiediamo: è possibile realizzare in Sila aziende di questo tipo? Certamente sì! Come dimostra l’azienda dei fratelli Arcuri in località Serrisi (Giuseppe è candidato nella nostra lista “Un Patto per la Città”) che con spirito d’avanguardia non solo hanno mantenuto indiviso il podere ereditato dal genitore assegnatario poderista dell’O.V.S., ma ne hanno ampliando la base aziendale prendendo in affitto altri terreni, praticano l’agricoltura biologica della fragola, integrano l’agricoltura con l’allevamento di maiali da ristallo e pollame, producono patate pregiate e frumento in cultura semiintensiva.

A livello pubblico è certamente ben più difficile realizzare progetti produttivi nell’ottica di creare nuovi posti di lavoro.
Fermo restando comunque il miglioramento ed il rafforzamento di alcuni servizi pubblici che possano creare le condizioni per un maggiore impiego di manodopera, qualche possibilità ancora sussiste circa la riqualificazione di alcune aree boschive di proprietà comunale che può trovare un supporto finanziario e creditizio facendo appello ad alcune misure specifiche previste da PSR regionale.
Si tratta di dare corso ad un’idea di progetto identificata dal compianto Vincenzo Morrone, attento silvicoltore della nostra comunità, relativa appunto alla riqualificazione di alcune aree boscate, di superfici accorpate di proprietà del Comune, circa 400 ha, escluse quelle ricadenti nella zona A del Parco Nazionale, altri circa 300 ha, attingendo ai finanziamenti del PSR previsti nelle misure 122, 123, 226, 227, nonché a quelle previste per incentivare lo sviluppo turistico in quanto il progetto può anche prevedere la realizzazione di una sentieristica per mountain bike e trekking così come il Sentiero Volpintesta, all’interno del territorio del nostro Comune, realizzato dall’Associazione “MTB Gran Bosco d’Italia” in collaborazione con il Parco Nazionale della Sila e con il CAI: un esempio di come possono essere valorizzati e fruibili alcune aree del territorio comunale, come quelle boscate di proprietà dello stesso Comune.

5. PIANO DI SVILUPPO COMMERCIALE COMUNALE
A San Giovanni in Fiore, ormai non possiamo contare più sulla molla economica rappresentata dall’edilizia. Ci sono case per un numero di abitanti quattro volte e più quelli del nostro comune. A questo punto, è ovvio, che il commercio e il turismo non possono che essere i settori portanti della nostra economia locale. In questa occasione parleremo dello sviluppo commerciale della città ma abbiamo idee chiare, come si evince dal nostro programma, anche per l’incentivazione del settore turistico e quello agricolo. C’è da dire che in oltre 50 anni di amministrazione di sinistra, il commercio a San Giovanni in Fiore è stato vittima di un ostracismo ideologico che ne ha ridotto drasticamente le potenzialità. Il crimine più grande è stata la mancata adesione alla provincia di Crotone, malgrado i risultati positivi di un referendum, vi ricordo che abbiamo ottenuto quasi l’80% di voti favorevoli all’adesione, di cui il sottoscritto è stato uno dei maggiori promotori. E’ banale, ma serve ricordarlo, che il nostro circondario ha, anche se negli ultimi anni si è ridimensionato, un ruolo chiave nel successo delle nostre imprese commerciali. Perchè signori, lasciatemi esprimere terra terra, non ci sono formule magiche, il commercio si sviluppa se ci sono utenti, se c’è qualcuno che acquista! I nostri acquirenti, parlo come piccolo commerciante quale sono, dobbiamo andarceli a trovare. Dobbiamo cercarli, innanzi tutto, nel circondario poi tra i nostri emigrati legati ai nostri luoghi e ai nostri usi e costumi, dobbiamo cercarli tra i potenziali fruitori delle nostre immense risorse naturali, quindi il turismo, dobbiamo cercarli usando le nuove tecnologie: la distribuzione sulla rete internet. In tutto questo, l’amministrazione sia locale che regionale, deve avere un ruolo centrale di stimolo, di incentivazione, di indirizzamento. Fino adesso siamo stati solo ostacolati!
Vorrei spendere alcune parole anche su un mio vecchio progetto infranto sugli scogli duri eretti da amministrazioni poco ricettive e ideologizzate. Ho sempre proposto di progettare l’avvio nel comune di un mercato ortofrutticolo. Avrebbe ricadute notevoli sui settori turistico, agricolo e commerciale. Richiamerebbe turisti dai luoghi di villeggiatura più vicini come Lorica, Camigliatello e Villaggio Palumbo. Sarebbe lo sbocco naturale per tutti i prodotti agricoli, artigianali e gli stessi funghi raccolti nella nostra zona e in quelle limitrofe. Avrebbe importanti ricadute occupazionali. ovviamente si dovrebbero salvaguardare i legittimi interessi delle imprese preesistenti prevedendo un loro accesso prioritario. Ma, soprattutto, sarebbe un servizio commerciale straordinario per tutti i cittadini sangiovannesi e quelli dei paesi vicini.
Per quanto ciò detto, il settore terziario e in particolare il commercio, non può prescindere da quello che è il suo strumento principe, appunto il piano di sviluppo commerciale comunale conforme al dettato della legge regionale n. 17 del 1999. Un piano che regolarizzerebbe, normalizzerebbe e sarebbe come linfa vitale del settore commercio. Uno strumento da troppo tempo mortificato, depotenziato, boicottato, reso inerme dall’ottusità di una classe politica incapace di produrre sviluppo.

6. DECORO URBANO E REGOLAMENTAZIONI INERENTI IL COMMERCIO SU AREE FISSE E/O PUBBLICHE
Per una città a vocazione turistica come la nostra quello del decoro urbano non è solo un’esigenza intima di ogni cittadino che aspira a vivere in un luogo pulito ed ordinato ma la necessità di accogliere l’ospite che viene da fuori o l’emigrato che ritorna alle sue origini nel modo più opportuno. San Giovanni in fiore è una città ricca di storia, le sue vie e le sue piazze, soprattutto quelle del centro storico, rispecchiano i fasti del suo passato. I confini del tessuto urbano si fondono con una natura vergine e incontaminata. I cittadini sono i primi fruitori di questa bellezza ed è giusto che vengano responsabilizzati nel mantenerla. E’ importante che anche l’amministrazione faccia la sua parte e non solo comminando sanzioni a coloro che non rispettano le regole del vivere civile. L’amministrazione può dare l’esempio curando le facciate degli edifici, in particolare quelli storici, di sua competenza, può intervenire con sistematicità sulle buche stradali, problema irrisolto da sempre, può concedere sgravi fiscali e/o contributi a coloro che ristrutturano le facciate delle loro abitazioni nel centro storico. La lotta alle discariche abusive deve essere implacabile!
Per commercio su area pubblica, si intende, l’attività di vendita di merci al dettaglio e la somministrazione di alimenti e bevande effettuata sulle aree pubbliche. Quindi, a questo riguardo, la nuova amministrazione e soprattutto il nuovo sindaco, devono avere il coraggio civile e politico di fermare ogni tipo di abuso, di porre rimedio con forza alle forme di commercio selvaggio e irregolare che utilizzano in modo improprio le aree pubbliche che devono essere assicurate alla fruizione di tutti i soggetti interessati, il modo legale e paritario.

7. SFRUTTAMENTO SOSTENIBILE DEL PATRIMONIO COMUNALE, SIA IMMOBILIARE CHE TERRITORIALE
Più che di sfruttamento sostenibile parlerei piuttosto di utilizzazione sostenibile.
Ciò premesso, circa il patrimonio comunale immobiliare posso dire ben poco in quanto non sono al corrente della sua reale attuale consistenza ed ubicazione salvo l’ex palazzo De Marco attualmente adibito a Biblioteca Comunale e l’ex palazzo Romei in Piazza Abate Gioacchino che ospiterà altri servizi comunali, ed infine un capannone in periferia del paese che potrebbe più opportunamente essere destinato alla creazione di un mercato ortofrutticolo da dare in gestione ad una associazione informale di agricoltori, dando loro la possibilità di vendere direttamente i loro prodotti senza l’intervento di intermediari e quindi contenendo i prezzi a beneficio dei consumatori.
Qualcosa posso invece dire per quegli immobili di servizi realizzati nei 5 villaggi dell’O.V.S., attualmente ARSSA, e passati in proprietà del Comune. Una volta ripresone il possesso, tali strutture potrebbero essere più opportunamente utilizzabili in maniera produttiva per migliorare la ricettività turistica. Sarebbe questa, certamente, una utilizzazione sostenibile che avrebbe un triplice vantaggio: in primo luogo quello di una valorizzazione produttiva di immobili al momento disusi e che rischiano sempre più di deteriorarsi; in secondo luogo di migliorare la ricettività della Sila per un flusso turistico giovanile sempre più alla ricerca di luoghi genuini, ricchi di risorse paesaggistiche tutte da scoprire, ancora non contaminati da iniziative ed interventi di pericolosa modernizzazione; infine creare una piccola fonte di guadagno integrativo per le famiglie degli ex poderisti incoraggiate a frequentare i villaggi almeno durante il periodo estivo.
Circa poi l’utilizzazione del patrimonio territoriale di proprietà del Comune, che si identifica sostanzialmente con delle superfici prevalentemente boscate di una estensione di circa 700 ha, dei quali circa 300 vincolati in quanto ricadenti nella zona A del Parco Nazionale della Sila, quella di rilevante interesse naturalistico, per quanto riguarda l’utilizzazione sostenibile dei rimanenti 400 ha circa, vale quanto detto a proposito di farne oggetto di uno specifico progetto di riqualificazione e valorizzazione secondo quanto a suo tempo suggerito dal compianto compaesano Vincenzo Morrone.

8. ELEMENTI PRIMARI PER PUNTARE AL CONCRETO SVILUPPO TURISTICO
L’inscindibile binomio Turismo e Ambiente presuppone lo sviluppo non già di un Turismo di tipo tradizionale, ma piuttosto di un “ecoturismo” che si identifica In “un modo di viaggiare responsabile in aree naturali, conservando l’ambiente in cui la comunità locale ospitante è direttamente coinvolta nel suo sviluppo e nella sua gestione, ed in cui la maggior parte dei benefici restano alla comunità stessa”come definito dall’Associazione Ecoturismo Italia, referente italiano della Società Internazionale dell’Ecoturismo
I risultati auspicabili di questo tipo di Turismo possono così essere riassunti:
– compatibilità ambientale e socio-culturale;
– apporto di benefici per i progetti di protezione dell’ambiente e per la popolazione locale
– accrescimento della consapevolezza ambientale e maggiore accettazione della conservazione della natura come uso del territorio proficuo e adeguato
Un ecoturismo dunque quale settore strategico e volano trainante dell’economia del territorio nel suo complesso, non solo quindi delle stesse attività primarie agrosilvopastorali ma anche di quelle ad esse connesse o da queste indotte.
A titolo di esempio delle opportunità che il territorio può offrire cito anche la possibile riqualificazione della ricettività turistica in Sila, mediante l’utilizzazione dei 5 villaggi O.V.S., destinandoli a case vacanze, e favorendo la ricettività diffusa come “bed and breakfast, i villaggi-albergo e gli agriturismo, così come dimostrano timide iniziative in tal senso già avviate nei villaggi Germano, Serrisi e Rovale, iniziative che andrebbero incoraggiate, sostenute e meglio incentivate.
I progetti per il finanziamento di questi tipi d’interventi possono trovare copertura di sostegno finanziario nelle misure 3.1.1. diversificazione delle attività dell’impresa agricola e 3.1.2. sostegno allo sviluppo delle micro imprese artigianali, commerciali e del turismo di cui al Programma di Sviluppo Rurale 2007 – 2013 (PSR) della Regione Calabria che gestisce uno dei Fondi Strutturali dell’Unione Europea, il cosiddetto Fondo europeo agricolo di sviluppo rurale (FEASR) che contribuisce alla promozione dello sviluppo rurale sostenibile nell´Unione.
Per sviluppare questo tipo di Turismo è necessario stabilire un rapporto di collaborazione non solo con l’Ente Parco Nazionale della Sila partecipando al Forum del Parco e aderendo per questo tramite alla Carte Europea del Turismo Sostenibile, ma anche con il “Parco Letterario Old Calabria – di Torre Camigliati capace di sensibilizzare e canalizzare un flusso turistico internazionale più disponibile a cogliere non solo gli aspetti paesaggistici ma anche culturali dei luoghi da visitare, e con la Lega Ambiente da sempre presente sul territorio con attività tese alla conservazione ed alla eco-fruizione delle risorse naturali e paesaggistiche.
Senza volere entrare nel merito della vicenda del realizzando Museo della Biodiversità, sarebbe quanto mai auspicabile trovare una soluzione, rivedendo eventualmente questo contratto: poterne disporre creerebbe certamente opportunità non solo culturali ma anche di attivare e canalizzare un tipo di turismo scolastico-educativo.

9. LEGGE NAZIONALE “CODICE DEI CONTRATTI PUBBLICI”
Per chi non lo sapesse, il “Codice dei Contratti Pubblici”, noto anche come Codice degli Appalti, è un decreto legislativo del 2006, successivamente modificato, che disciplina l’assegnazione di lavori, servizi e forniture pubbliche. La normativa è stata emanata, in attuazione di due direttive CE del 2004, per prevenire forme di corruzione e illeciti nella pubblica amministrazione che ovviamente, sono sempre legati alla discrezionalità degli amministratori. Il regolamento attuativo della normativa è stato approvato nella forma definitiva verso la fine del 2007.

La legge prevede che i concorrenti negli appalti pubblici devono dimostrare di possedere i requisiti di capacità economica e tecnica per far fronte agli impegni derivanti dall’eventuale assegnazione, con una serie di documentazioni.
Da parte loro, le amministrazioni, non devono pretendere requisiti eccessivi e sproporzionati rispetto all’oggetto dell’appalto. E’ quello che viene definito “Principio di Proporzionalità”. Questo sistema previene che gli appalti siano vinti esclusivamente da soggetti molto forti e in regioni come la nostra, dove la ‘ndrangheta’ detta legge, tale principio è molto importante!
Le amministrazioni devono indicare nei bandi i criteri di valutazione che non si riducono al semplice prezzo ma tengono conto di una serie fattori come la qualità, l’estetica, il pregio ecc ecc, ma soprattutto, per le nostre zone, l’impatto ambientale. E’ possibile richiedere un livello di qualità minimo.
Il Codice dei Contratti Pubblici, dispone l’effettuazione di controlli a campione in merito ai requisiti dichiarati dai concorrenti.
Siccome questo è un incontro politico e non un esame di diritto amministrativo, non voglio ulteriormente approfondire la normativa ma, ci tengo a precisare, che in caso di mia elezione, mi atterrò fedelmente a questa legge; non solo, ma pretenderò che si valuti l’impatto ambientale delle opere pubbliche vista la vocazione turistica del nostro territorio e mi adopererò per pubblicizzare al massimo, magari utilizzando dei siti web, tutte le operazioni di acquisto di beni e servizi.

10. SFRUTTAMENTO FONDI STRUTTURALI COMUNITA’ EUROPEA
I Fondi strutturali, come sappiamo, sono lo strumento finanziario della politica regionale dell’Unione Europea destinato a ridurre il divario dei livelli di sviluppo socio-economico tra le varie Regioni, promuovendo la crescita di quelle meno favorite, al fine di rafforzarne la coesione economica e sociale. I Fondi strutturali vengono riprogrammati ogni sette anni e approvati dalla Commissione Europea, e vengono erogati tramite la mediazione delle autorità nazionali, regionali o locali
La nuova programmazione per il 2007-2013) ridisegna la politica di coesione nel contesto dell’Europa allargata a 27 e si ispira agli orientamenti delineati dalla Strategia di Lisbona per la crescita, la competitività e l’occupazione.
La nuova programmazione 2007-2013 prevede una semplificazione rispetto al periodo precedente 2000-2006 in riferimento soprattutto alla struttura generale degli obiettivi e agli strumenti finanziari a disposizione. I fondi a disposizione sono 5: Fondo di coesione, Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), Fondo sociale europeo (FSE) che sostiene le politiche riguardanti la promozione e il miglioramento dell’occupazione, della qualità e della produttività del lavoro; Fondo europeo pesca (FEP) e il Fondo europeo agricolo di sviluppo rurale (FEASR) che contribuisce alla promozione dello sviluppo rurale sostenibile nell´Unione Europea. E’ quello che punta a migliorare la competitività dei settori agricolo e forestale, l’ambiente e la gestione dello spazio rurale nonché la qualità della vita e la diversificazione delle attività nelle zone rurali, e quindi, come tale, quello che interessa lo sviluppo del nostro territorio e gestito dal Programma regionale di Sviluppo Rurale – PSR 2007-2013
Obiettivi
L’azione dei Fondi strutturali nella nuova programmazione contribuisce al conseguimento di tre obiettivi:

1. l’obiettivo Convergenza (relativo a FESR, FSE e Fondo di coesione) intende favorire lo sviluppo delle Regioni meno avanzate
2. l’obiettivo Competitività regionale e occupazione (relativo a FESR e FSE) mira a rafforzare la competitività delle regioni nonché l’occupazione a livello regionale;

3. l’obiettivo Cooperazione territoriale europea (relativo al FESR) intende promuovere la cooperazione transfrontaliera mediante iniziative congiunte a livello locale e regionale.

Un’ulteriore novità della nuova programmazione 2007-2013 consiste nell’adozione, da parte della Commissione Europea,
di tre nuove iniziative di coesione, le cosiddette tre “J”:
* Jaspers (Joint Assistance to Support Projects in European Regions) promuove assistenza congiunta per sostenere progetti nelle regioni europee,
* Jeremie (Joint European Resources for Micro to Medium Enterprises) garantisce risorse congiunte europee per micro, piccole e medie imprese;
* Jessica (Joint European Support for Sustainable Investment in City Areas) offre supporto congiunto europeo per investimenti sostenibili nelle aree urbane.

Bernardo Spadafora, mi presento ….

CHI SONO
Sono Bernardo Spadafora, candidato a sindaco nel comune di San Giovanni in Fiore, per la lista civica “Un Patto per la Città”.

Iscritto al Movimento Sociale Italiano praticamente adolescente, quando i militanti di destra sangiovannesi si contavano sulle dita di una sola mano, ho aderito successivamente ad Alleanza Nazionale rivestendo ruoli di prestigio nel partito finiano. Sono stato consigliere comunale a San Giovanni in Fiore e consigliere nella Comunità Montana Silana. Non ho accettato di confluire nel PDL e i fatti, permettetemi l’immodestia, mi hanno dato ampiamente ragione.

LE MIE BATTAGLIE

Tra le mie battaglie, ricordo

quella per l’adesione alla provincia di Crotone vinta con un risposta popolare di quasi l’80% (il referendum è stato annullato successivamente in modo pretestuoso);

quella per portare la sede del Parco della Sila a Lorica nel territorio di San Giovanni in Fiore, vinta grazie alle mie pressioni sul ministro Matteoli e sugli amici di partito del crotonese e del catanzarese, grazie ai quali mettemmo in minoranza la sinistra cosentina che aspirava ad un’altra soluzione;

quella per precludere la possibilità ad oltre 30 comuni della provincia di Cosenza di scaricare il loro rifiuti nel territorio della nostra città. Questa lotta per me è ancora in corso anche se per altri è finita in sospetto dimenticatoio.

PERCHE’ MI CANDIDO

La mia candidatura nasce per fare chiarezza in un quadro politico di estrema fragilità che vede la transumanza di tanti spregiudicati transfughi che senza alcun ritegno migrano, ormai a cadenza stagionale, dal centrosinistra al centro destra o viceversa. Tutto questo crea un grave stato di disagio negli elettori sempre più confusi e disorientati. Metto, inoltre, a disposizione della comunità la mia esperienza politico-amministrativa, le conoscenze e i rapporti consolidati negli anni con diversi esponenti dell’amministrazione regionale con i quali promuoveremo iniziative per lo sviluppo del territorio.

La nostra città, come è noto, ha subito nel corso di decenni di scellerata amministrazione la privazione di importanti e fondamentali presidi istituzionali mentre, le attività private, dal commercio all’artigianato, invece di essere incentivate hanno subito l’ostracismo di amministratori miopi ed incapaci. Le speranze di un cambiamento, effetto di un voto liberatorio, sono state disattese e tradite da un atteggiamento timido e deficitario dell’ultima amministrazione che non ha prodotto nessuna reale discontinuità con il passato.

Se eletto, attiverò un confronto franco e se necessario aspro e senza subordinazione politica, con tutti gli enti territoriali come provincia, regione e governo nazionale per difendere gli interessi legittimi del nostro territorio troppe volte disattesi e svenduti. Insieme al valido gruppo che rappresento ci attiveremo sia per la difesa dei presidi preesistenti che per la promozione di iniziative e progetti che attraverso la salvaguardia e l’utilizzo ottimale delle nostre ingenti risorse naturali, siano volti allo sviluppo economico e al benessere della nostro comunita’.

S. Giovanni in Fiore: Adesione provincia di Crotone

A distanza di quasi 15 anni dal referendum sull’adesione di San giovanni in Fiore alla allora nuova provincia di Crotone, ormai il tema è passato di attualità e neanche in occasione delle prossime amministrative non c’è alcun politico che ne faccia cenno. La vicenda, che ha visto una grande risposta popolare che ha sfiorato l’80 per cento a favore dell’adesione, ha avuto un epilogo triste e antidemocratico. Il referendum è stato annullato con un pretesto. I fatti sono stati ricostruiti nell’opera multimediale su CD del 1999 di Luigi Spadafora dal titolo “San Giovanni in Fiore e Dintorni”. Riportiamo di seguito il documento.

Se dovessimo tracciare, con un compasso, su una cartina geografica della Calabria, una circonferenza con centro S. Giovanni in Fiore e un raggio corrispondente a 15 Km, ci accorgeremmo che nell’area del cerchio così ottenuto tutti i centri abitati fanno parte della nuova provincia di Crotone. Basterebbe solo questo a dimostrare che la provincia naturale del grosso centro silano non è certamente quella di Cosenza.

Quando fu ventilata l’ipotesi che la città di Crotone potesse diventare capoluogo di provincia molti sangiovannesi si convinsero che l’eventuale adesione alla nuova provincia avrebbe portato a San Giovanni in Fiore molti vantaggi e rotto, finalmente, il tradizionale isolamento del paese montano.

La città di Gioacchino si sarebbe unita al suo circondario con forti ricadute positive. Si sarebbero consolidati i presidi sanitari e scolastici, molti utenti dei quali provengono dall’alto crotonese. Si sarebbe intensificato l’interscambio commerciale e San Giovanni in Fiore, forte del suo grande terriotorio e del numero dei suoi abitanti, avrebbe finito per avere un ruolo centrale nella nuova provincia aspirando ad ottenere tutti quei presidi istituzionali che gli sono stati negati o tolti.

Queste idee furono rigettate in blocco dagli amministratori e da esponenti di partito che vedevano nell’adesione alla provincia di Crotone uno stravolgimento degli equilibri politici esistenti. Si temeva, in pratica, la perdita di alcuni incarichi politici e sindacali a livello provinciale e la rottura di legami politico-personali, consolidati nel tempo, con referenti provinciali cosentini.

La discussione venne congelata e il 6 marzo 1992, con il D.L. n. 249, si istituì la Provincia di Crotone senza che il Consiglio Comunale di San Giovanni in Fiore avesse affrontato il dibattito per l’eventuale adesione.

Ma i sostenitori del progetto non si dettero per vinti, costituirono un comitato apolitico e continuarono nella loro campagna di sensibilizzazione della popolazione. Finalmente, dopo le forti pressioni del Comitato Pro-Crotone, delle opposizioni e dei sindaci dei paesi del circondario, gli amministratori di San Giovanni in Fiore, indirono, per il 30 novembre 1997, il referendum per l’adesione alla provincia di Crotone.

I sostenitori dell’adesione scesero in campo organizzando numerosi convegni e producendo decine tra manifesti, volantini e interventi nei media locali al fine di convincere la popolazione della opportunità della scelta crotonese.

Gli oppositori del progetto, a corto di ragioni confessabili, scelsero la via del boicottaggio del referendum. Venne scelta una data in cui la popolazione del comune si riduce per la partenza dei numerosi studenti universitari e dei lavoratori impegnati altrove. Venne ridotto il numero delle ore disponibili per votare, chiudendo i seggi alle ore 20 invece che alle convenzionali ore 22. Invitarono la popolazione a disertare le urne e organizzarono un vergognoso “picchettaggio” dei seggi per intimidire i cittadini orientati ad esprimere il loro parere con il voto.

Malgrado tutto questo il risultato fu eclatante! Si recarono a votare 7.227 cittadini di cui ben 5.456, pari al 77,57%, si dichiararono favorevoli alla adesione di San Giovanni in Fiore alla nuova provincia di Crotone. Ma questo non bastò: i contrari al progetto pro-Crotone, con il pretesto del mancato raggiungimento del quorum, chiesero l’invalidazione del referendum.

La vicenda ebbe, probabilmente, il suo epilogo nella storica seduta del Consiglio Comunale del 16 gennaio 1998. L’aula del Consiglio Comunale era gremita di cittadini indignati e malgrado la blindatura del municipio ad opera delle forze dell’ordine, dei vigili urbani e delle guardie di finanza locali ci furono momenti in cui si rischiò la ribellione.

Gli esponenti della sinistra nel tentativo, poco dignitoso, di inventare ragioni a sostegno della permanenza nella provincia di Cosenza scivolarono ripetutamente nel ridicolo.

Il gruppo consiliare di Alleanza Nazionale, nelle persone di Francesco Martire e Bernardo Spadafora, sostenendo che non aveva senso parlare di nullità di un referendum consultivo, chiesero al Consiglio di prendere atto degli inequivocabili risultati referendari e presentarono una mozione di adesione di San Giovanni in Fiore alla provincia di Crotone.

Nessuno dei partiti presenti nel Consiglio votò a favore di questa mozione. Non votarono a favore neppure i rappresentanti del PPI che, pur vantandosi di possedere la primogenitura del progetto pro-Crotone, preferirono non spaccare la maggioranza di centro-sinistra preservando qualche poltrona. Giustificarono il loro “no” alla mozione perché questa, a detta loro, proveniva da destra.

Nel cuore della notte, alle ore 2 del 17 gennaio 1998, dopo che i consiglieri di A.N. avevano abbandonato la seduta in segno di protesta, il Consiglio Comunale votò l’annullamento del referendum per l’adesione di San Giovanni in Fiore alla provincia di Crotone consumando un altro crimine ai danni della popolazione silana.

Alcuni giorni dopo giunse, da Roma, la notizia ufficiale che la Pretura di San Giovanni in Fiore sarebbe stata chiusa: non esistevano, secondo i parametri del ministero, i numeri per tenere, nel centro silano, questo importante presidio che operava dal lontano 1840.